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Di Maio in soccorso di Morra: «Sì è scusato, ma non si parla più di Tallini» | L’INCHIESTA SU TALLINI

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio difende Nicola Morra («si è scusato, ma ora torni a parlare in Rai») e attacca Mimmo Tallini.

Di Maio in soccorso di Morra: «Sì è scusato, ma non si parla più di Tallini» <strong><b><u><a href="https://www.cosenzachannel.it/2020/11/19/il-gip-di-catanzaro-smonta-la-carriera-politica-di-mimmo-tallini-tutti-i-dettagli/"> | L’INCHIESTA SU TALLINI</a></u></b></strong>

L’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio parla in pubblico per la prima del “caso Morra”. Dopo il “fuoco amico” finito addosso al Senatore del Movimento Cinque Stelle, criticato aspramente non solo dai grillini ma anche dal Pd, l’ex vicepremier, nell’epoca in cui il Movimento era alleato con la Lega, “perdona” Morra e attacca su Mimmo Tallini. «Questo è un Paese strano, un Paese dove la polemica fa sempre notizia, ma l’arresto di un politico per mafia passa in secondo piano. Nicola Morra si è scusato per le sue parole su Jole Santelli, la cui scomparsa ha scosso davvero tutti. Ciononostante, da giorni non si fa altro che attaccare lui, proprio mentre il presidente del consiglio della Regione Calabria, Domenico Tallini, viene arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Adesso è ai domiciliari».

«E sapete chi c’era nella lista degli impresentabili redatta dalla commissione antimafia, di cui Nicola Morra è presidente? Proprio Domenico Tallini. Ecco, io credo che questo Paese debba innanzitutto preoccuparsi di mafia, di corruzione, di clientelismo, non solo delle dichiarazioni di qualche politico. Mi sembra assurdo che queste dichiarazioni vengano usate per oscurare la notizia di un arresto per mafia di un rappresentante delle istituzioni. Ci è già successo centinaia di volte e come MoVimento 5 Stelle abbiamo le spalle larghe. Ma non smetto mai di meravigliarmi». Di Maio infine “lancia” un messaggio alla Rai: «Non vedo l’ora di vedere Nicola Morra in Rai per rispondere a tutte le domande che i giornalisti vorranno fargli. Io credo che l’indignazione abbia un valore. E credo che questo valore debba essere impiegato per costruire un’Italia diversa. Più vera e più libera».

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