«Boccia a Cosenza? Una passerella. Quelle tende simbolo di fallimento»
Un gruppo di manifestanti ha ribadito la necessità di riaprire gli ospedali chiusi e di trattare la questione come un caso nazionale. Hanno chiesto ancora «sanità pubblica per la Calabria».

Tenuti d’occhio dalle forze dell’ordine, hanno fatto sentire la loro voce anche in questa occasione. In concomitanza dell’arrivo del ministro per gli Affari Regionali Boccia a Cosenza, gli attivisti della città hanno presidiato la zona di Vaglio Lise dalle prime ore della mattinata. A pochi passi dall’ospedale da campo e dalle tende montate dalla Protezione Civile, campeggiava lo striscione “Sanità pubblica per la Calabria”. E’ questo il must delle proteste che dal Pollino allo Stretto stanno animando i cuori di chi scende in piazza.
Contestazione per l’arrivo di Boccia a Cosenza
«Di fronte alla situazione della sanità nella nostra regione – hanno detto i manifestanti – non possiamo tollerare l’ennesima passerella. Oggi è toccato al ministro Francesco Boccia, anche lui transitato per la nostra terra senza fornire alcuna risposta come altri prima di lui. In questo momento l’ospedale da campo è fondamentale a causa dell’emergenza Covid, ma rappresenta un monumento al fallimento di questa classe politica. In Calabria ci sono sono 18 ospedali chiusi, ma nonostante ciò si è deciso di montare delle tende che verranno smontate, si spera presto, a pandemia superata».
Le richieste dei manifestanti
Prima del trasferimento a Catanzaro, dove è in programma un’altra manifestazione stavolta a carattere regionale fuori dalla Cittadella, gli attivisti approfondiscono il concetto. «Auspichiamo che il Governo tratti la questione Calabria come una questione nazionale. In virtù di ciò vorremmo presentasse un piano di risanamento della sanità pubblica e che predisponesse nell’immediato la riapertura degli ospedali già pronti al riutilizzo. L’esempio lampante è quello di Cariati, in questo momento occupato da liberi cittadini che rivendicavano i diritti loro negati».