Presidio Covid a Rossano, un fallimento lungo otto mesi. Chiuso (per ora) il reparto
Al presidio Covid di Rossano manca personale sanitario, destinato alla cura dei pazienti positivi. Una storia già nota dal mese di aprile.
Il fallimento del presidio Covid dell’ospedale di Rossano inizia otto mesi fa (LEGGI QUI IL NOSTRO APPROFONDIMENTO), quando l’allora commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli aveva avviato i lavori per allestire un reparto dedicato ai pazienti stabilizzati affetti dal coronavirus. Una struttura, quella di Rossano, che presentava già diverse situazioni complicate, come quella di avere una mancanza di personale in reparti a stretto contatto con il Covid, come quello di Rianimazione. Nonostante un’oggettiva impossibilità a gestire una mole di lavoro così grande, per l’assenza dei requisiti minimi e del personale sanitario, grazie anche alla disponibilità della politica cittadina, i lavori erano iniziati senza intoppi, creando, tra le altre cose, una specie di percorso pulito-sporco.
Oggi, invece, viene certificato l’ennesimo fallimento gestionale dell’Asp di Cosenza, sotto la guida di Cinzia Bettelini, in quanto il dirigente Giovanni Malomo (nominato all’epoca da Zuccatelli) – lo stesso che aveva dato la sua disponibilità a coordinare prima i pazienti Covid a Castrovillari e infine a Cetraro – è stato costretto ad alzare bandiera bianca per una serie di problematiche che sono insorte nel corso del cammino. Tra queste, il numero totalmente insufficiente di personale in servizio, desinato a gestire oltre 10 pazienti Covid. Tutto ciò accade mentre il Governo continua a “giocare” sulla pelle dei calabresi, rimandando giorno dopo giorno la scelta del nuovo commissario ad acta della sanità calabrese.