martedì,Dicembre 10 2024

Azzolina: «La Dad non funziona più, sono preoccupata»

Il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina è preoccupata: «I ragazzi sono arrabbiati, così la Dad non funziona». E critica le Regioni.

Azzolina: «La Dad non funziona più, sono preoccupata»

«Sono molto preoccupata: io ho voluto la Dad a marzo scorso, quando non c’era nulla, ma può funzionare per qualche settimana e oggi è evidente che non può più funzionare, i ragazzi sono arrabbiati, stanno vivendo un black-out della socialità» ha detto questa mattina il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina al programma “Tutti in classe”, in onda su Radio1.

«I ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica. Ho fatto tutto quello che potevo fare con il governo: le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni che hanno la possibilità di riaprirle o meno. Gli studenti – ha proseguito – hanno bisogno di sfogare la propria socialità e tanto vale lo facciano in un ambiente controllato che è la classe».

Esame di maturità, il pensiero del ministro Azzolina

«Come abbiamo fatto l’anno scorso, abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte perché devono essere coinvolti: lo scorso anno ci hanno presentato proposte molto ragionevoli, di buon senso. Credo sicuramente che una decisione la prenderemo a breve, perché i ragazzi a causa dell’incertezza assoluta per le date che slittano come se fossero la tela di Penelope, hanno bisogno quanto meno sulla Maturità di avere certezze che il ministero deve dare».

Rischi contagio a scuola? «E’ “zero”» 

Quanto alla scuola, «sappiamo tutti che il rischio “zero” non esiste, a scuola come in nessun altro ambito. Ma all’interno delle scuole il rischio è molto basso, ci sono tanti studi italiani ed europei che ce lo confermano» ha spiegato il ministro Lucia Azzolina. «Il governo ha lavorato molto e bene sono stati messi in campo i prefetti con i quali sono stati definiti piani territoriali, provincia per provincia, per orari e trasporti: le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni ad avere la possibilità di riaprirle o meno. Io chiedo a tutti di trattare la scuola non in maniera diversa rispetto a come vengono trattate le attività produttive. Le scuole non producono incassi, ma i costi sono lo stesso altissimi: il messaggio deturpante per cui nelle regioni “gialle” oggi è tutto aperto fuorché le scuole lascia profonde cicatrici».

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