Governo Draghi, M5S verso il sì ma la resistenza tiene
Il Movimento 5 Stelle prova a compattarsi in vista delle consultazioni di sabato con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi.
Dopo l’apertura di Giuseppe Conte, il Movimento 5 Stelle prova a compattarsi in vista delle consultazioni di sabato con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Ma la prospettiva di un governo (tecnico o politico che sia) guidato dall’ex numero uno della Banca centrale europea resta indigesta a molti eletti grillini, nonostante le tante posizioni concilianti registrate nelle ultime ore anche tra i big (vedi Luigi Di Maio). La lunghissima assemblea di ieri ha restituito la fotografia di un Movimento frammentato. Ed è soprattutto Palazzo Madama il luogo in cui il sì a Draghi incontra maggiori resistenze.
“Sì a Conte e no a Draghi… la stragrande maggioranza del gruppo M5S al Senato è per il no a Draghi”, conferma ai microfoni di ‘Fanpage’ il senatore Elio Lannutti: “Un governo politico con l’ex presidente della Bce è un’illusione. Ricordo il 2011, la macelleria sociale con Monti. Per me Draghi è peggio”. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Alberto Airola: “Chi crede che si possa creare un governo politico vero, è cieco o vede in modo sfocato, lo scenario politico attuale… Il progetto Mattarella-Renzi-Draghi -scrive su Facebook il senatore piemontese- ha come scopo un governo di fatto tecnico. Di politico, se proprio lo vogliamo chiamare così, saranno disponibili poche caselle ministeriali”.
Nel pomeriggio, secondo quanto si apprende, sarebbe stata convocata una riunione congiunta dei direttivi di Camera e Senato con l’obiettivo di trovare la quadra e scongiurare, così, una clamorosa spaccatura interna. Non sarà facile, perché i parlamentari ostili a Draghi promettono battaglia, soprattutto nelle chat interne. “Secondo me -attacca il deputato Francesco Forciniti- non c’è ancora la piena consapevolezza di ciò che sta succedendo… Ora si tratta di scegliere se difendere la dignità o stare dall’altra parte per permettere a un paio di noi di essere chiamati ministro”. E rincara: “Governeremo in un colpo solo con Renzi, Berlusconi e Draghi. Un incubo”. “Il teatrino di questi giorni è un insulto all’intelligenza collettiva… Prendiamo una strada e che sia quella”, gli fa eco Francesco Berti.
Malumori che si sommano a quelli emersi ieri in assemblea. “Il mio è un no secco a Draghi. Il mio voto, un governo con Draghi premier non lo avrà mai”, ha rimarcato la senatrice Elisa Pirro. “Sarà un finto governo di scopo”, la posizione della collega Orietta Vanin, che invita “tutti ad avere uno scatto d’orgoglio e dire una volta per tutte che non cediamo ai ricatti”. “Sono assolutamente contraria al governo tecnico e in particolare al nome di Draghi, che è la negazione di tutte le nostre battaglie”, ha invece affermato la deputata Emanuela Corda durante la riunione in videoconferenza.
In generale, però, nel Movimento la nascita del governo Draghi viene ormai considerata una strada obbligata. Il nodo da sciogliere riguarda l’impronta politica che verrà data alla futura squadra. “Tranne Meloni, sono tutti più o meno con Draghi. I partiti saranno coinvolti e non ci sarà governo più politico di quello di Draghi”, assicura all’Adnkronos il senatore M5S Primo Di Nicola. “Dovremo scegliere se abbandonarlo al centrodestra -prosegue il giornalista- oppure accettare la sfida condizionando e recitando anzi un ruolo da protagonisti per gestire le immense risorse del Recovery Fund e tutte le altre partite connesse con i bisogni e i diritti dei cittadini”.
Alle consultazioni di sabato la delegazione M5S porterà i suoi temi e “le sue battaglie”, scandisce il reggente pentastellato Vito Crimi. A partire dal reddito di cittadinanza che per il Movimento resta “un punto fermo”: “Sento già qualcuno appellarsi al presidente incaricato affinché tolga il reddito di cittadinanza… Abbiamo lottato con tutte le nostre forze per realizzarlo e, invece che affossarlo -scrive sui social Crimi-, dobbiamo portarlo definitivamente a termine completando il versante delle politiche attive del lavoro”. Il M5S “parteciperà costruttivamente, a testa alta e con coerenza rispetto ai valori di sempre, alle consultazioni del neo-incaricato presidente Draghi”, dichiara il guardasigilli uscente Alfonso Bonafede. Luigi Di Maio ha ringraziato il premier uscente Conte “per la sua responsabilità istituzionale” e rivolto un appello al M5S: “E’ proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese”. (di Antonio Atte)
Fonte: AdnKronos