Idi Evolution, chirurgia guidata: “Nel dentale rivoluzione tecnologica a beneficio del paziente”
Il progresso tecnologico della medicina migliora, giorno dopo giorno, la vita di sempre più pazienti. Eppure, c’è ancora strada da fare affinché gli strumenti digitali in ambito medico possano ottenere una diffusione tale da diventare una ‘nuova normalità’. Un esempio rappresentativo, a tal proposito, è la chirurgia guidata nel campo del dentale: una vera e
Il progresso tecnologico della medicina migliora, giorno dopo giorno, la vita di sempre più pazienti. Eppure, c’è ancora strada da fare affinché gli strumenti digitali in ambito medico possano ottenere una diffusione tale da diventare una ‘nuova normalità’. Un esempio rappresentativo, a tal proposito, è la chirurgia guidata nel campo del dentale: una vera e propria rivoluzione, in grado di apportare importanti benefici al paziente, evidenzia in una nota l’azienda Idi Evolution, azienda italiana operante nel settore dell’implantologia dentale.
Il clinico, grazie alla progettazione digitale e successiva creazione di componentistica e mascherina chirurgica personalizzata del paziente, viene messo in condizione di realizzare interventi microinvasivi. In questo modo – si legge – si riduce la durata dell’intervento, ma soprattutto si riducono i tempi del decorso operatorio e di guarigione: il paziente torna a casa senza aver subito tagli o suture.
Nonostante questo, però, la chirurgia guidata stenta ancora a farsi strada nel panorama odontoiatrico, e i pazienti non sono adeguatamente informati circa le caratteristiche e i vantaggi delle nuove tecniche chirurgiche. Su 1.600.000 impianti applicati all’anno in Italia, solo il 18% è stato inserito attraverso chirurgia guidata. Una delle principali barriere allo sviluppo di questa pratica è insita nei costi a carico dei dentisti, in quanto – per poter effettuare un intervento con chirurgia guidata – è necessario sviluppare componentistica ad hoc.
Idi Evolution ha “rivoluzionato il modo di fare chirurgia guidata: grazie a BlackBox e al suo digital lab Sorridi, ha industrializzato il processo riducendo del 75% i costi e velocizzando i tempi di produzione. Ad oggi, i clienti Idi effettuano il 40% degli interventi per inserimento di impianti con chirurgia guidata”.
“Il nostro motto è: evolvere insieme. Per noi di Idi Evolution, il progresso, se non è condiviso, è solo scienza. La nostra missione è quella di mettere la migliore tecnologia a disposizione dei dentisti, per permettere loro di aiutare i pazienti nel modo più sicuro possibile. Abbiamo lavorato diversi anni per riuscire ad abbassare i costi di accesso alla chirurgia guidata, e ora che ci siamo riusciti il nostro obiettivo è far conoscere le immense potenzialità di queste tecniche ai clinici ma anche e soprattutto ai pazienti. È arrivato il momento che anche loro sappiano che esiste la possibilità di non soffrire più sulla poltrona dei dentisti. Oggi sono ben 15.000 gli interventi di chirurgia guidata che hanno effettuato i nostri clinici: siamo davvero entusiasti di questo traguardo”, ha dichiarato Andrea Piantoni, Chief Innovation Officer di Idi Evolution.
Blackbox, spiega Idi Evolution, “è un sistema matematico che trasforma una richiesta iniziale in una risposta finale coerente, per mezzo di una scatola nera che trasporta questo concetto matematico complesso nella sequenza procedurale della chirurgia guidata. L’input iniziale, costituito dal progetto elaborato dal clinico viene trasformato nell’output implanto-protesico finale i cui strumenti operativi sono riposti nella scatola nera, riconoscibili e perfetti: modello, componentistica, analoghi, mascherina chirurgica e protesi provvisoria”.
Antonio Palladino, giovane clinico di Barletta (BT) che ha realizzato oltre 1000 interventi di chirurgia guidata grazie a Idi Evolution, dichiara: “Grazie a Blackbox ho avuto la possibilità di offrire ai miei pazienti il meglio. Oggi nel mio studio la chirurgia guidata è di routine, i pazienti lasciano lo studio in sole due ore, senza tagli, sanguinamento o suture. La tecnologia ha rivoluzionato il mio modo di lavorare e sono contento che i pazienti riescano a percepire la differenza tra uno studio che ha fatto della tecnologia il proprio punto forte e quelli che invece restano ancorati a metodi tradizionali che peraltro spesso comportano un decorso operatorio molto più penalizzante per il paziente”.
Fonte: AdnKronos
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