Esercizio arbitrario delle proprie ragioni: 8 anni a Ivan Trinni
Ivan Trinni condannato in primo grado per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La Dda di Catanzaro aveva chiesto 18 anni di carcere.
Il gup del tribunale di Catanzaro, Claudio Paris, nella giornata di oggi ha emesso la sentenza di primo grado, con rito abbreviato, nell’ambito del processo contro Ivan Trinni, accusato dalla Dda di Catanzaro di violenza sessuale, rapina aggravata e sequestro di persona a scopo di estorsione. La vicenda è nota. Nel febbraio scorso, sulla scorta di una denuncia presentata da una ragazza, la Squadra Mobile di Cosenza aveva arrestato Trinni, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari (LEGGI QUI: L’ARRESTO – LA DIFESA DI TRINNI – CADE LA VIOLENZA SESSUALE)
La sentenza contro Ivan Trinni
Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero Pasquale Mandolfini aveva invocato una condanna a 18 anni di carcere, mentre l’avvocato Fiorella Bozzarello, durante la discussione, ha evidenziato tutte le lacune investigative che hanno portato il giudice Paris ad assolvere Ivan Trinni per i reati di violenza sessuale e rapina aggravata, riqualificando un capo d’accusa in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con sequestro semplice. Per effetto di ciò, causa anche una recidiva reiterata specifica infraquinquennale, Ivan Trinni è stato condannato a 8 anni di reclusione.