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Campania zona rossa, De Luca: “E’ come marzo 2020”

Campania zona rossa vuol dire “stare a casa come a marzo dell’anno scorso”. A dirlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca che avverte: “Bisogna entrare nell’ordine delle idee che i nostri comportamenti devono diventare simili a quelli di febbraio e marzo dello scorso anno: si sta in casa, quando non è assolutamente indispensabile per

Campania zona rossa, De Luca: “E’ come marzo 2020”

Campania zona rossa vuol dire “stare a casa come a marzo dell’anno scorso”. A dirlo il presidente della Regione Vincenzo De Luca che avverte: “Bisogna entrare nell’ordine delle idee che i nostri comportamenti devono diventare simili a quelli di febbraio e marzo dello scorso anno: si sta in casa, quando non è assolutamente indispensabile per ragioni di lavoro o sanitarie andare fuori”. 

“Quando cominci ad avere 25mila positivi in Italia e 4-500 morti ogni giorno, vuol dire che siamo in guerra. Siamo in una situazione per la quale ormai, quasi in ogni condominio, c’è un nostro concittadino che muore. Dovremo convincerci che non siamo in una condizione di ordinaria amministrazione e purtroppo non tutti lo hanno capito, fra i nostri concittadini, ma anche fra alcuni livelli istituzionali che si muovono con una totale indifferenza alla situazione di emergenza e di guerra che abbiamo in Italia”. 

“Ormai ci avviamo ad avere un Paese tutto in zona rossa, in Campania già ci siamo e continuiamo a registrare un numero di positivi al giorno straordinariamente elevato, con quasi 500 positivi sintomatici. Se nell’ambito di questi 500 soltanto un 10% richiede il ricovero ospedaliero, dovremo liberare ogni giorno 50 posti letto in più nel nostro sistema ospedaliero. Quindi abbiamo una situazione estremamente seria, reggiamo ancora con le degenze, reggiamo ancora con i posti letto disponibili in terapia intensiva ma è assolutamente necessario bloccare la crescita del contagio, altrimenti diventa inevitabile nel giro di non più di 10 giorni dover chiudere altri reparti per accogliere pazienti Covid”. “Questo è il problema di quando si decide di chiudere l’Italia, lo si fa per evitare la saturazione totale dei posti letto di terapia intensiva e per evitare che non ci sia più neanche un posto letto per i pazienti Covid”. 

“In queste ore dobbiamo fare i conti con un problema che ha riguardato Astrazeneca, che abbiamo somministrato in particolare a forze dell’ordine e mondo della scuola. Prima raccomandazione: evitiamo psicosi, situazioni di angoscia, non c’è alcun motivo per essere angosciati”. “Si è determinato un problema di cui dobbiamo parlare con grande chiarezza – ha spiegato De Luca – e presentando la realtà per quella che è. Ci sono state alcune ricadute che vanno verificate in persone che hanno avuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca”. De Luca ha ricordato che “sono milioni in Europa i vaccinati con Astrazeneca, la grandissima parte dei cittadini inglesi ha utilizzato quel vaccino, e su milioni di vaccinati abbiamo avuto poche decine di casi, anche gravi. La cosa che bisogna accertare per evitare di diffondere allarmismi inutili è che le patologie che si sono determinate fossero davvero collegate con il vaccino. Spesso capita che ci siano decessi in soggetti che avevano altre patologie, o patologie sopraggiunte dopo il vaccino, ma non legate direttamente alla vaccinazione”. 

De Luca ha ribadito che “la Campania ha sospeso la somministrazione di una partita di vaccino per motivi prudenziali, in attesa della valutazione dell’Iss, ma evitiamo un clima di angoscia. Stiamo tranquilli, verifichiamo quello che è successo. Ovviamente abbiamo il dovere noi di dare assoluta tranquillità e sicurezza ai nostri concittadini”. 

“Il 27 dicembre la gente aveva paura di vaccinarsi, eravamo nel pieno di una campagna no vax. C’era chi diceva che soprattutto il Pfizer poteva causare mutazioni genetiche, sui social c’erano comitati che sfidavano gli esponenti politici a fare per primi i vaccini. In quella situazione il problema non era chi prima o chi dopo, era sconfiggere la campagna dei no vax, dare fiducia ai cittadini. Quindi alcuni esponenti istituzionali, tra cui me, hanno deciso di compiere un piccolo atto di coraggio per incoraggiare la gente, soprattutto gli anziani, a vaccinarsi, per dire che non c’era pericolo” ha detto spiegando i motivi che l’hanno spinto a vaccinarsi il 27 dicembre. 

“Così hanno fatto in altre parti del mondo Joe Biden, Kamala Harris, Netanyahu, tanti esponenti politici che hanno ritenuto a quel punto della situazione doveroso, per chi aveva responsabilità istituzionali, dare un elemento di fiducia e compiere un piccolo atto di coraggio, cioè farsi per primo il vaccino, soprattutto il vaccino Pfizer. Oggi – ha concluso De Luca – la situazione è completamente diversa”. 

“Oggi l’obiettivo che abbiamo noi in Campania è porre fine a questo calvario per il 2021. Senza la vaccinazione e l’immunità di gregge, alla vita normale non torniamo. Per questo stiamo lavorando anche per fornirci di altri vaccini, per approvvigionarci anche di qualche altro milione di dosi, sempre subordinando la somministrazione all’approvazione dell’Aifa e dell’Ema”.  

“Ho detto altre volte – ha ricordato De Luca – che avevamo programmato di arrivare nel mese di luglio ad avere almeno la città di Napoli tutta vaccinata, come fatto simbolico. Avevamo programmato un lavoro per avere Napoli come prima grande città d’Europa libera dal Covid. Non ci sono arrivati i vaccini e dunque i tempi si sono allungati. Oggi siamo nella situazione in cui le persone che hanno avuto le due dosi in Campania sono 173mila, soprattutto personale sanitario. Se andiamo con questi ritmi, noi in 10 mesi arriviamo a vaccinare con due dosi non più di 700mila persone. Significa che il calvario dura anche nel 2022 e nel 2023”. 

“Noi in Campania siamo orientati a vaccinare comunque e dovunque. Ci stanno proponendo molte fabbriche, la Coldiretti ha messo a disposizione alcune sezioni. L’obiettivo è arrivare a vaccinare tutti. Se potremo vaccinare dal mese prossimo nelle fabbriche, nelle imprese commerciali, nei centri di distribuzione, dovunque ci sia messo a disposizione personale medico, noi andremo avanti”. “Per gli ultra 80enni impossibilitati a muoversi faremo un accordo con i medici di medicina generale per impegnarli a vaccinare le persone a casa”, ha aggiunto De Luca. 

“Chiederemo un sostegno al Capo dello Stato sull’equa distribuzione dei vaccini e sul riparto del fondo sanitario nazionale”. “Faremo una battaglia per la distribuzione equa dei vaccini in proporzione alla popolazione residente. Ad oggi – ha spiegato De Luca – la Campania è penalizzata. Chiederemo un sostegno in questo senso al Capo dello Stato, sulla linea dell’uno vale uno, perché ai cittadini campani sia consegnata la quantità di vaccini proporzionata alla popolazione residente. Così come chiederemo un aiuto su questa linea dell’uno vale uno sul riparto del fondo sanitario nazionale, affinché il Capo dello Stato ci aiuti a cancellare uno scandalo nazionale, quello in base al quale ogni cittadino campano riceve da 40 a 60 euro pro capite in meno rispetto a cittadini di regioni con un milione di abitanti in meno della Campania”. 

 

 

 

Fonte: AdnKronos

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