Aieta sfiduciato da capogruppo di DP dopo aver proposto di rinunciare ai soldi del gruppo
E' clamorosa la decisione di sfiduciare Giuseppe Aieta quale capogruppo di Dp dopo la proposta di rinunciare a circa 150mila euro: ecco tutta la ricostruzione della vicenda.
Giuseppe Aieta, consigliere regionale della Calabria, è stato sfiduciato quale capogruppo del gruppo di minoranza “Democratici e Progressisti” all’indomani della sua proposta di rinunciare a circa 150mila euro destinati al gruppo che rappresenta in Consiglio regionale, nel quale sono iscritti anche Flora Sculco e Antonio Billari. Proprio loro due infatti hanno notificato all’ex sindaco di Cetraro la revoca della nomina, senza aver interpellato il loro collega di “partito”, che rientra formalmente nell’area del Partito Democratico calabrese.
Nelle motivazioni, tuttavia, Sculco e Billari si sono ben guardati da menzionare la proposta di Aieta quale motivo scatenante della sfiducia, ma è chiaro che questa decisione, arrivando 24 ore dopo la richiesta di rinunciare ai fondi previsti dal Consiglio regionale, influisce notevolmente sulla situazione che si è venuta a creare nelle ultime ore. Insomma, nel centrosinistra scoppia la bagarre. A tal proposito, il commissario regionale del Pd, Stefano Graziano ha dichiarato di appoggiare la proposta di Aieta che, tuttavia, ha già contestato l’atto formale.
La proposta di Aieta
«Dato lo stato di congedo del consiglio regionale, che comporta una gestione relativa solo all’ordinarietà delle funzioni, ma soprattutto lo stato di difficoltà economica che sta affrontando l’intero pianeta ed in particolare la nostra Regione a causa della crisi pandemica Covid-19, nella mia funzione di consigliere regionale e quindi di rappresentante dei calabresi ed in qualità di Presidente del Gruppo Democratici Progressisti, propongo di azzerare l’utilizzo dei fondi assegnati ai gruppi consiliari ai sensi della legge 13/2002 e procedere con l’immediata restituzione delle risorse pubbliche destinate alle spese di funzionamento e di personale dei gruppi» aveva scritto lunedì scorso Giuseppe Aieta.
«Successivamente, di concerto con gli uffici preposti, proporrò una norma che permetta al Consiglio Regionale in qualità di Ente erogatore delle somme, di destinarle alle famiglie in condizioni di povertà attraverso il Banco Alimentare. E’ un atto che si rende necessario al fine di dimostrare fattivamente la nostra vicinanza ai calabresi, mettendo in campo un’importante mole di risorse economiche che parteciperanno, insieme alle altre misure, a far fronte alla grave situazione che si è determinata nella nostra Regione ancor più in conseguenza della pandemia» proseguiva la nota.
«L’ammontare delle spese di funzionamento, già azzerate nell’anno 2020, sommate alle risorse per funzionamento e personale del 2021 del Gruppo che rappresento è di circa 150mila euro. Se si considerano tutti i gruppi presenti in consiglio regionale si capisce come il contributo che si può restituire ai calabresi diventa un segnale importante e un gesto maturo e responsabile della politica». Un atto, aggiungiamo noi, di buon senso e non demagogico.
La riunione
Due giorni fa, Giuseppe Aieta, contestando l’atto firmato da Sculco e Billari ha convocato una riunione con entrambi. «Sul primo punto all’ordine del giorno, ho sottoposto un documento da condividere a sostegno del centrosinistra e del candidato a Governatore Nicola Irto che non ha riscontrato accoglimento da parte dei Consiglieri Sculco e Billari». Inoltre, evidenzia Aieta, «sul secondo punto all’ordine del giorno, in qualità di Presidente del Gruppo Democratici e Progressisti e quindi di legale rappresentante dello stesso, ho proposto di azzerare l’utilizzo dei fondi assegnati al gruppo e procedere con l’immediata restituzione delle risorse pubbliche destinate alle spese di funzionamento e di personale di questo gruppo, con la richiesta di destinare queste somme al banco alimentare. Anche su questo punto non ho ricevuto accoglimento da parte dei Consiglieri Sculco e Billari».
La sfiducia
«Al termine della riunione, e senza considerare che non era previsto come argomento di discussioneall’ordine del giorno, l’On. Sculco ha proposto la votazione di un nuovo Capogruppo, senza tuttavia aver mai posto nei miei confronti alcun atto di sfiducia per l’operato svolto né tanto meno aver mai evidenziato carenze gestionali ed organizzative rispetto al mio operato» si legge nella contestazione formulata dal consigliere regionale di Cetraro.
«Si è deciso, a questo punto, terminata la discussione su tutti i punti all’ordine del giorno, e quindi ritenuta conclusa la riunione, di aggiornarsi ad una nuova e successiva convocazione su cui si sarebbe dovuto, eventualmente, discutere della nuova organizzazione del gruppo».
«La nota ricevuta in data odierna, ove gli On.li Sculco e Billari rappresentano la volontà di procedere alla revoca e/o sostituzione del Capogruppo, arriva, molto probabilmente, dopo che gli stessi apprendono la notizia, uscita nella giornata di ieri, inerente la mia volontà di presentare una norma che preveda di azzerare l’utilizzo dei fondi assegnati al gruppo e procedere con l’immediata restituzione delle risorse pubbliche destinate alle spese di funzionamento».
La contestazione
Il consigliere regionale, Giuseppe Aieta, opponendosi alla sua revoca, tiene che l’atto firmato da Sculco e Billari «si pone in netto contrasto – se non addirittura in violazione – con quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio Regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005)in cui all’art 25 bis statuisce espressamente i casi in cui è legittimo procedere alla revoca dell’incarico conferito».
Inoltre, «che nel caso di specie non sussiste nessuna delle condizioni e fattispecie di diritto che possano giustificare e rendere legittimo un provvedimento di revoca e/o sostituzione, facendo rilevare, oltre tutto, quanto infondate e dilatorie siano le giustificazioni addotte a fondamento del richiesto provvedimento». Infine, Aieta ha chiesto al presidente del Consiglio regionale di dichiarare che «la nota ricevuta in data odierna a firma degli On.li Sculco e Billari priva di ogni efficacia in quanto posta in violazione del regolamento del Consiglio Regionale» e che dunque sia revocata.