giovedì,Marzo 28 2024

Sciopero Amazon, giuslavorista Rotondi: “Vertenza è tappa centrale per app economy”

“La vertenza Amazon segna una tappa fondamentale delle relazioni industriali in un ambito centrale della app economy e dello sviluppo del commercio elettronico. In questo caso, la rivendicazione non è la trasformazione del rapporto di lavoro in dipendente perché sono tutti lavoratori subordinati, ma l’applicazione di un contratto integrativo”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Rotondi, giuslavorista

Sciopero Amazon, giuslavorista Rotondi: “Vertenza è tappa centrale per app economy”

“La vertenza Amazon segna una tappa fondamentale delle relazioni industriali in un ambito centrale della app economy e dello sviluppo del commercio elettronico. In questo caso, la rivendicazione non è la trasformazione del rapporto di lavoro in dipendente perché sono tutti lavoratori subordinati, ma l’applicazione di un contratto integrativo”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Rotondi, giuslavorista e founder LabLaw, sullo sciopero di oggi dei lavoratori della filiera Amazon.  

“Da un lato -sottolinea Rotondi- una grande azienda, multinazionale, che investe e cresce nel nostro Paese con importanti prospettive di sviluppo, che applica un contratto nazionale di categoria come il Ccnl della logistica, trasporto, merci e spedizione; e dall’altro i sindacati che vogliono un contratto integrativo che rivendichi una serie di tutele abbastanza classiche in questi casi, come la questione dei ritmi di lavoro, aumenti retributivi e premio di produzione”, aggiunge.  

Secondo Rotondi “il punto è capire bene la cultura sindacale delle rivendicazioni. Se l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni lavorative, che è la mission sindacale. Dall’altro lato, quello che manca, probabilmente, è la consapevolezza dei reali meccanismi di funzionamento della nuova economia che qualsivoglia rivendicazione dovrebbe tener sempre presente. In questo senso, appaiono poco comprensibili le richieste di trasformazione di tutti i lavoratori flessibili (con contratti a termine e in somministrazione) in posti di lavoro stabili”.  

“La nuova economia -sottolinea Rotondi- si basa su un mix di lavoro stabile e lavoro flessibile e voler ricondurre tutto ad una battaglia sindacale di stabilizzazione della percentuale di lavoratori flessibile è un retaggio vetero-sindacale che non ha prospettiva”. 

“La ricerca di nuovi equilibri tra aziende e lavoratori non può prescindere da queste condizioni: una quota di flessibilità è indispensabile ma va tutelata e non rimossa”, conclude. 

 

Fonte: AdnKronos