Ospedale da campo, ecco perché (ad oggi) non si possono ricoverare pazienti Covid | LA DENUNCIA DI OCCHIUTO
L'ospedale da campo funziona, ad oggi, come centro vaccinale. Il personale sanitario è impegnato nelle somministrazioni. La posizione del sindaco, Mario Occhiuto
L’ospedale da campo di Cosenza oggi è il più importante punto di riferimento per la campagna vaccinale. Vengono somministrate centinaia di dosi al giorno, specialmente del vaccino AstraZeneca, ma non può ospitare (allo stato attuale) i pazienti Covid che necessitano di cure ospedaliere. Questo perché il personale sanitario militare è impegnato nelle inoculazioni che prevedono un protocollo da rispettare, con la presenza di medici e infermieri preparati per somministrare i vaccini.
I ricoveri in Terapia Intensiva o in altri reparti dedicati ai pazienti Covid implicano la presenza di personale sanitario militare specializzato per garantire le cure adeguate a chi contrae in forma grave l’infezione da Sars-Cov2. Questo personale militare ad oggi non è neanche disponibile, poiché le persone che operano nell’ospedale da campo sono concentrate nella campagna vaccinale.
Tuttavia, è auspicabile che venga trovata una soluzione per evitare di svuotare ancora l’ospedale “Annunziata” di Cosenza (vedi il caso di “MEDICINA), riempiendolo di malati Covid. Anche perché, negli ospedali Spoke c’è una disponibilità limitata e si spera che con questa finestra di lockdown i contagi scendano notevolmente, facendo respirare medici e infermieri.
Figliuolo e i vaccini
Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto proprio ieri ha chiesto ai responsabili dell’ospedale da campo di Cosenza di poter accogliere i pazienti Covid, ma i vertici militari hanno spiegato che al momento il personale segue le vaccinazioni. «E’ una questione che ho sollevato di recente – commenta il primo cittadino, contattato da Cosenza Channel – ma l’ospedale da campo ad oggi funziona come centro logistico vaccinale, nonostante ci sia una palese mancanza di dosi come ho rappresentato venerdì scorso al Generale Figliuolo, nel corso della sua visita a Cosenza. Ieri inoltre, come ho spiegato stamattina in un post pubblicato su Facebook, l’Asp di Cosenza mi ha comunicato che mancano 8mila dosi e la situazione sta diventando pesante, perché oggi l’unica cosa da fare per contrastare la diffusione del coronavirus è quella di proteggere più persone possibili, a cominciare dai soggetti a rischio e in età avanzata».
«In qualità di sindaco di Cosenza ho il dovere di esporre i problemi alle autorità governative, se le sollecitazioni a tal riguardo mi giungono dalle autorità sanitarie locali, come nel caso del commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina. Ad oggi, purtroppo, non ci sono dosi sufficienti per garantire un programma vaccinale adeguato e auspico che nel giro di pochi giorni venga data la possibilità al personale sanitario di svolgere appieno il proprio lavoro, accogliendo sempre più cittadini disposti a vaccinarsi». Occhiuto, infine, conclude: «Come amministrazione comunale di Cosenza stiamo facendo il massimo per garantire che tutto vada nel migliore dei modi, avendo individuato tempo fa il luogo in cui poter adibire l’ospedale da campo e supportando l’azione dei militari, che in questo periodo hanno svolto un lavoro importante, nonostante all’inizio venivano inviati pochi pazienti da ricoverare. Non partecipiamo a parate dunque ma ci adoperiamo per risolvere i problemi».