Il fronte no-vax, quel derby sconclusionato tra belle facce e brutti ceffi
A dover parlare chiaro la campagna vaccinale non procede nel miglior modo possibile, tra ritardi assortiti sulle somministrazioni, informazione social estemporanea, allarmistica e superficiale sugli effetti collaterali, oltre all’immancabile balletto di dosi non erogate e altre lestamente prese dagli amici degli amici. Con la solita arroganza dei primi della classe, l’incedere furbetto di chi porta
A dover parlare chiaro la campagna vaccinale non procede nel miglior modo possibile, tra ritardi assortiti sulle somministrazioni, informazione social estemporanea, allarmistica e superficiale sugli effetti collaterali, oltre all’immancabile balletto di dosi non erogate e altre lestamente prese dagli amici degli amici. Con la solita arroganza dei primi della classe, l’incedere furbetto di chi porta a casa il risultato sulle spalle di qualcun altro.
Nessuna meraviglia: si é fatto così anche ai piani alti del governo globale. Contratti top secret tra Stati e multinazionali del farmaco, erogazioni rallentate poi riprese poi non arrivate, compresenza di protocolli disorganici e contraddittori. Ce ne sarebbe da mettersi le mani nei capelli, anche se grattando al fondo arrivano persino le belle notizie. Israele ha completato una campagna di grande popolarità e rapidi vantaggi tendenziali; gli Stati Uniti hanno preso un ritmo organizzativo spedito come mai nella loro storia sanitaria recente; Johnson, quando ha smesso di inoculare informazione spazzatura sull’immunità di gregge, si é rimboccato le maniche e ha fatto arrivare il Regno Unito a una copertura altissima che ha spazzato i contagi e diminuito i decessi. La piccola Cuba, poi, dopo le gigantesche spedizioni di medici, ausiliari e ricercatori ai quattro angoli del globo, sta avviando un nuovo programma di protezione interna, con una spendita di prestazioni sociali che il mondo neoimperiale dei G7, G8 e G20 può solo sognarsi.
In compenso, i vertici delle organizzazioni euro-occidentali hanno rivotato le sanzioni economiche contro i cubani: miopia, crudeltà, ingratitudine, ingiustizia, violazione di norme internazionali. Mentre avviene questo riposizionamento diffuso che terrà banco per i prossimi anni, la giusta tentazione delle persone é anche guardare a quel succede nei propri confini: sui propri computer, sui propri schermi, sui propri telefoni. Il senso di nausea cresce. Le associazioni no-vax dardeggiano speculazioni senza senso. Sulle loro pagine si legge la qualunque: il Covid-19 é ora una montatura ora una punizione degli dei; i vaccini hanno una mortalità superiore alle pestilenze secentesche; sono strumenti di controllo che tolgono la salute o sono alchimie che i politici (quali? Tutti!) e i magnati (quali? Tutti!) si tengono per la propria salvezza e la morte degli altri. Il quadro é avvilente: senza alcuna coerenza e senza alcun rispetto delle sofferenze fisiche, economiche e sociali di ciascuno, avanza tronfia una paccottiglia di bischerate. L’outlet della boria, il trionfo dell’assurdo, il gioco a inventare l’allarme spettacolare, quando tutti ben sappiamo che a furia di “a lupo! a lupo!” le pecore muoiono.
Variopinta é l’umanità degli agitatori no vax: alcuni avant’ieri contro l’euro e ieri appena “sovranisti“, divisione civile e segregazione razziale venduta come interesse nazionale. Altri cercano uno spazio d’immagine, un futuro da parlamento e dintorni. Chi dice che é “tutto un magna magna” di solito reclama un posto a tavola. Colpisce almeno alcune volte il disprezzo di modi, termini e azioni. Chi si vaccina é un servo miserabile; chi vuole vaccinarsi si scava la fossa; chi é stato male mente. L’umanità, la solidarietà e persino la grammatica latitano, ma nei latrati più volgari non c’é nulla né per le fasce popolari, né per le libertà individuali. Anzi, ci si compiace di giocare ai brutti ceffi, peggio dei trumpisti americani che assiloro Capitol Hill: elmi finti e fucili veri. Alcuni emuli nostrani: tante parole alla tastiera, un mare di bile e violenza all’ingrasso e all’ingrosso.
Tutto scritto? Sappiamo già chi sono i buoni e i cattivi e ci schiereremo per l’impero del bene? No, purtroppo no: l’alito peggiore dei no vax si nutre e si é nutrito di gas di scarico che ceto intellettuale, dirigente e militante hanno fatto davvero troppo poco per espellere e pulire. Accanto a pochi scalmanati che la loro verbosità telematica fa apparire assai di più’, c’é un mondo di soggettività fragili di cui nessuno si é preso abbastanza cura, scordandosi origini, ideali, scopi, gesti concreti. Sulla tutela del diritto alla salute, ci sono stati due sanguinosi decenni di contrazione della cura, che sono passati quasi inosservati mentre venivano giorno e per giorno attuati (soltanto gli illeciti sulle forniture sono continuati, a vedere la storia giudiziaria recente). E si sono scontentati sia i medici sia i pazienti, scontenti entrambi a ragion veduta: i primi hanno subito una crociata risarcitoria che come la pesca a strascico ha preso più tonni che squali; i secondi hanno dovuto fare i conti con alcune eccellenze specifiche, ma un sistema globalmente indebolito.
E anche su vaccini, mascherine, ristori e chiusure cosa ha balbettato l’azione di apparato negli ultimi anni? Qualche trovata ad effetto, qualche lettera di Babbo Natale, confusione su riaperture alla rinfusa in estate e angoscianti serrate a singhiozzo e a imbuto dall’autunno in poi. Dimenticandosi dell’agibilità scolastica, delle attività chiuse da più tempo e forse disponendo male e informando peggio su prevenzione, vaccini e possibilità di cura domiciliare per i casi lievi. Insomma, voltare pagina é necessario. Sieri e vaccini non sono pentoloni, incantesimi e veleni del mago cattivo: hanno sin qui alcuni buoni, ottimi, standard di prestazione. Occhio però a farsi distrarre, a pensare che il disagio sociosanitario in Italia sia solo la cloaca dei peggiori no-vax… i “brutti ceffi” hanno stancato, ma le patenti di analfabetismo funzionale delle “belle facce” non risolveranno il problema.