martedì,Marzo 21 2023

La difesa di Manoccio: «Denunciai il sistema dell’emergenza Nord Africa»

L'ex sindaco di Acquaformosa: «Le convenzioni con le associazione erano perfette, ma non quelle con i comuni. Denunciai tutto all'epoca».

La difesa di Manoccio: «Denunciai il sistema dell’emergenza Nord Africa»

Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa, e Gennaro Capparelli, primo cittadino del comune arbereshe, sono entrati nel merito del provvedimento emesso dalla Corte dei Conti di Catanzaro circa la gestione dei migranti nell’ambito dell’emergenza Nord Africa. Entrambi, infatti, devono rispondere di danno erariale per una cifra complessiva che non supera le 17mila euro. Insieme a loro è coinvolto anche l’assessore Pasquale Fragale.

Nel corso della conferenza stampa, convocata online, Manoccio ha ricostruito cosa successe nel 2011. «Sono dentro questa vicenda non avendo ancora capito bene il perché e il per come. Preciso che non abbiamo intascato nessun malloppo e voglio ricordare che questa situazione nasce dal momento in cui scoppia la Primavera Araba. Acquaformosa infatti aveva deciso di aderire al modello Sprar, ma già all’epoca avevo criticato questo sistema legato all’emergenza Nord Africa». L’ex sindaco ha rivelato di aver incontrato Salvatore Mazzeo, soggetto attuatore della Regione Calabria per l’emergenza Nord Africa, nell’aprile del 2011, stipulando successivamente una convenzione (5 settembre 2011, come riportato nella relazione della Guardia di Finanza). (IL CASO AMANTEA)

La procura di Catanzaro archivia nel 2018

«Ci siamo accorti che la convezione con le associazioni era perfetta, ma quella con i comuni presentava diverse problematiche che oggi vengono contestate», a cominciare dalla rendicontazione dei fondi che la Regione Calabria doveva girare ai comuni. Per mettere in moto la macchina, Acquaformosa aveva comunicato di poter mettere a disposizione 15 posti letto subito e altri 15 in corso d’opera.

Nel comune in provincia di Cosenza, dopo aver sottoscritto la convenzione, arriva una famiglia composta da cinque persone che dimora ad Acquaformosa per 8 mesi. «Provenivano da Amantea» ha detto Manoccio. «Da questo momento ci vengono notificati una serie di atti riguardanti le inchieste che le procure di Paola e Catanzaro avevano aperto. Rimane il fatto che il 10 ottobre 2018, la procura di Catanzaro ha archiviato il procedimento non ravvisando responsabilità penali, mentre a distanza di dieci anni da quella esperienza ci troviamo la comunicazione della Corte dei Conti».

Manoccio ha poi aggiunto di aver chiesto più volte alla Regione Calabria come restituire i soldi inviati dall’Ente per i posti letto non occupati. «Mi dicevano che non era possibile darli indietro, per cui, su loro suggerimento, abbiamo speso quei fondi sempre per i migranti, istituendo il Festival delle Migrazioni», sottolineando come all’epoca aveva contestato apertamente questo modello «in convegni, comunicati stampa, convegni e riunioni: è tutto documentato». E infine, ha concluso così: «In questo momento siamo vittime perché abbiamo accolto una famiglia, ma sono sicuro che ne usciremo». 

Parla il sindaco di Acquaformosa

«I fatti che contesta la Corte dei Conti in realtà sono prescritti. Allora mi chiedo: perché questo accertamento contabile?» ha affermato il sindaco di Acquaformosa, Gennaro Capparelli, avvocato del foro di Castrovillari. «E’ stata la stessa presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento Protezione Civile, a scrivere in due ordinanze che la tariffa giornaliera pro capite non doveva superare la somma di 46 euro e oggi ci accusano di aver distratto in sostanza 6 euro al giorno? E’ davvero incredibile».

Nel provvedimento della Corte dei Conti, inoltre, si fa riferimento ai servizi che l’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” doveva obbligatoriamente prestare. «In realtà, non è chiaro quali sarebbero questi servizi che non sono stati prestati. Tutto rientrava nella convenzione che istituiva l’emergenza Nord Africa». In chiusura, Giovanni Manoccio ha voluto esternare un suo pensiero. «Si tratta di una considerazione politica che mi porta a dire come questa indagine, probabilmente, punti ad abbattere il modello Sprar».

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