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Venezia-Cittadella per la Serie A. Non è una finale casuale

Una finale a sorpresa? Non troppo. Venezia-Cittadella si scontreranno fra domenica e giovedì per un posto in Serie A. Soltanto una delle due porterà a casa la promozione, l’altra resterà in cadetteria. Così diverse, eppure così simili. Nelle ore successive alla qualificazione delle due squadre all’ultimo atto dei play-off, a Cosenza l’elogio alle società venete

Venezia-Cittadella per la Serie A. Non è una finale casuale

Una finale a sorpresa? Non troppo. Venezia-Cittadella si scontreranno fra domenica e giovedì per un posto in Serie A. Soltanto una delle due porterà a casa la promozione, l’altra resterà in cadetteria. Così diverse, eppure così simili. Nelle ore successive alla qualificazione delle due squadre all’ultimo atto dei play-off, a Cosenza l’elogio alle società venete è diventato virale. Soprattutto nel ricordo di quanto accadeva qualche anno fa, quando al “Marulla” erano gli arancioneroverdi, allora allenati da Serse Cormi, a cercare i punti necessari alla permanenza in B, mentre su Iori e compagni bisogna fare un discorso più approfondito. Andiamo con ordine.

Mercati differenti

La prima cosa che balza all’occhio, anche guardando la tabella da noi pubblicata in esclusiva il 29 gennaio 2021, è la divergenza di spese. Il lordo di monte ingaggi dei lagunari era di 8 milioni, con un netto di 4mil 800mila euro, esattamente all’undicesimo posto. Nulla che potesse essere paragonato a squadre come Brescia, Lecce, Monza e Spal, semplicemente un lavoro in linea con la categoria. Per il Cittadella, invece, ultimo posto con poco più di 3 milioni lordi, ovvero 1mil 947mila euro netti. Questo grazie al grande lavoro di scouting messo a punto dal direttore Marchetti. E’ cosa che Trinchera chiese a Guarascio, lo ricordiamo, prima di approcciarsi al mercato estivo, insieme a un aumento di budget e al rinnovo di contratto: richieste tutte negate. Insieme a lui, il tecnico Venturato e il suo sistema permettono a tanti calciatori provenienti dalle serie minori di esaltarsi. Gli esempi sono Ghiringhelli dalla Reggiana nel 2018, Frare dal Pontedera la stessa estate, Donnarumma dal Monopoli più recentemente e Baldini dal Fano. Anche grazie alla facilità d’inclusione dettata da alcune pietre miliari della rosa.

Venezia-Cittadella, punti fissi e rivalutazioni

Il detto “squadra che vince non si cambia”, in quel di Cittadella, è un must non indifferente. Prendiamo la rosa che, nel 2019, perse la finale playoff col Verona. In due anni ne sono rimasti nove, mentre rispetto a un anno fa sono ben quindici gli elementi ancora in maglia granata. Una progettualità che si basa su alcuni cardini, quali ad esempio Manuel Iori, capitano da tempo immemore. Stesso numero di giocatori attualmente in rosa anche per il Venezia 2018/’19 (nove), uno in più nel campionato successivo (sedici). Non solo: sia Paolo Zanetti, sia Roberto Venturato sono specialisti nella creazione e nel rilancio di giocatori. Due esempi su tutti, da una parte e dall’altra: Youssuf Maleh, il 21 dicembre 2020, era fuori rosa dopo il rifiuto del rinnovo. Ma Zanetti ha proseguito nel suo intento di renderlo centrale. Ogunseye, dalla Serie C con l’Olbia, è diventato inamovibile nello scacchiere dei padovani (36 presenze). Tecnici capaci, acquisti mirati e, soprattutto, progettualità. Parafrasando un noto spot di qualche anno fa, “non sono sogni, ma solide realtà”. Venezia-Cittadella, insomma, è la finale che darà concretezza ad una favola.

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