Cosenza, quanti giovani potevi valorizzare ed hai perso voltandogli le spalle
Il settore giovanile silano è un work in progress da dieci anni. Nel 2018 la Fiorentina pagò 250.000 euro per Dodaro. Poi tanti, troppi giovani mandati via a costo zero. Che sia chiaro: il settore giovanile del Cosenza è un work in progress da dieci anni. Se pensiamo ai giocatori portati in prima squadra
Il settore giovanile silano è un work in progress da dieci anni. Nel 2018 la Fiorentina pagò 250.000 euro per Dodaro. Poi tanti, troppi giovani mandati via a costo zero.
Che sia chiaro: il settore giovanile del Cosenza è un work in progress da dieci anni. Se pensiamo ai giocatori portati in prima squadra (e che hanno avuto un minimo di spazio durante la stagione) l’unico che a memoria possiamo citare è Sueva.
Iniziamo col dire che il Cosenza non ha una struttura dove ospitare le sue squadre. Per molto tempo si è vagabondeggiato tra i campi della città. Inoltre non è riuscito, in dieci anni, a dotarsi di una scuola calcio (a Cosenza come da comunicato Elenco Scuole Calcio Elite 2020-2021 del 23-02-2021 esistono solo 6 scuole calcio Elite di cui 3 in città).
La Serie B ha obbligato il Club a dotarsi di tutte le categorie fino all’Under 14. E lo si è fatto più per “dovere” che per voglia di creare una “cantera” da cui attingere.
Se paragonato al Cittadella, ad esempio, c’è un abisso tra i due Club. Non solo strutturale. Basti pensare solo al fatto che, ogni anno nel periodo estivo, il Club veneto organizza il “CittaCamp” (tra un mese a Jesolo) che dura sei settimane dal 21 giugno al 30 Luglio e quest’anno vedi coinvolti bambini e bambine nati tra il 2008 e il 2015.
Eppure in questi dieci anni ci sono stati giovani interessanti che meritavano qualche chance in più. Soprattutto nei primi quattro anni della gestione Patania (fu lui, soprattutto all’inizio, a dettare le linee guida e dare una struttura adeguata).
Nel 2018, ad esempio, il Cosenza cede alla Fiorentina per 250.000 euro (fonte transfermarkt) il giovane esterno mancino Niccolò Dodaro (classe 2003).
Oppure altri giocatori andati via a parametro zero (i 2004 Liguori ed Elia presi dal Sassuolo e dal Milan). Ma anche l’attaccante Azzinnari (un 2001 preso gratuitamente dal Paderborn in Germania). E cosa dire di Michele Collocolo (classe 1999) che dopo Rende ha vissuto una stagione da protagonista in una piazza come Cesena (27 presenze e 3 gol).
Insomma, qualche ragazzo interessante è gravitato anche in una situazione del genere. E qualcuno ha anche fruttato qualcosa in termini economici.
Possibile che non si riesca a comprendere che, per una società come il Cosenza, è fondamentale curare il settore giovanile per avere una sorta di tesoretto sia tecnico, sia economico?