Shock a Paola, «la madre faceva prostituire le due figlie minorenni» | LA NOTA DELLA DDA
Emergono aspetti raccapriccianti dall'arresto della 39enne di Paola, accusata di aver indotto le due minorenni a prostituirsi con un anziano (e non solo).
Il cerchio è chiuso. Gli agenti del commissariato di polizia di Paola, diretto dal vice questore Giuseppe Zanfini, hanno aggiunto un altro tassello nella drammatica storia che da un paio di settimane vede al centro della cronaca una famiglia di Paola. Oggi, infatti, su disposizione del gip distrettuale di Catanzaro, Claudio Paris, la Dda di Catanzaro, competente a livello territoriale per reati di prostituzione minorile, ha arrestato la mamma delle due ragazzine, vittime dei soprusi di un anziano di Paola, già cautelato nell’operazione precedente. (IL LANCIO DELLA NOTIZIA)
L’assenza dei servizi sociali
E’ una storia allucinante che dimostra quanto sia importante la presenza sul territorio di istituzioni sociali capaci di intercettare questo disagio familiare. Se la vicenda oggi ha contorni giudiziari è anche perché queste ragazzine sono state abbandonate al loro destino, senza che nessuno le aiutasse davvero ad uscire da un tunnel senza luce. Il commissariato di Paola, infatti, ha lavorato alacremente per venire a capo di una situazione molto complessa, arricchita di recente dalle dichiarazioni dell’anziano, R. M., che ha confessato di aver avuto rapporti sessuali con le due vittime, essendo “istigato” dalla madre 39enne, D. N., oggi rinchiusa presso il carcere di Castrovillari. (LA PRIMA PARTE DELL’INCHIESTA)
Le accuse contro la 39enne di Paola
Lo sviluppo investigativo quindi ha permesso di terminare il mosaico accusatorio che nella prima ordinanza lasciava presagire a un prosieguo delle indagini, in quanto si percepiva che anche la donna avesse avuto un ruolo nel presunto caso di prostituzione minorile. Ad oggi, dunque, la 39enne deve rispondere di aver «in più occasioni», indotto le due figlie a prostituirsi «spingendole ad incontrare» l’anziano «e ad avere rapporti sessuali con lui consistiti in palpeggiamenti delle zone erogene, in cambio di corrispettivi costituiti da piccole somme di denaro e di altre utilità, nella specie pacchetti di sigarette, vestiti e generi alimentari vari, che venivano da lei percepiti». Fatti che l’autorità giudiziaria contesta dal giugno del 2019 al 17 maggio 2021. In un altro capo d’accusa, invece, gli investigatori circoscrivono le stesse modalità illecite, nei confronti di una delle due figlie minori, nei comuni di Cetraro, Paola e Rosarno, in un periodo compreso tra giugno 2019 e settembre 2020.
La confessione dell’anziano
Sconcertante, se fosse vero, il racconto dell’anziano di Paola, finito agli arresti domiciliari nella prima ordinanza. L’uomo infatti ha spiegato di aver conosciuto la 39enne circa cinque anni fa e «nel corso del nostro rapporto di amicizia, mi ha più volte detto che la figlia si prostituiva, mi è venuta la curiosità di capire se fosse vero. Per cui è successo in diverse circostanze che, mentre eravamo in macchina sul lungomare in zone isolate» le ha palpeggiato una zona erogene. Questi incontri sarebbero terminati con regalie di ogni tipo. Quando una delle due ragazzine che incontrava le avrebbe chiesto una somma di denaro per mostrarle altre zone intime, l’uomo ha dichiarato di essersi rifiutato di farlo e «ho deciso di non vedermi più con lei».
Con l’altra sorella, la storia sarebbe andata in modo diverso. Infatti, l’anziano, oltre ad aver riferito che la mamma delle due vittime le avrebbe raccontato che la figlia andava a prostituirsi anche a Rosarno e a Cetraro, seppur fosse fidanzata con un ragazzo di Cosenza, ha sottolineato che la ragazzina, una volta ottenuto ciò che le chiedeva la madre – spesa, sigarette e soldi – «cercava in tutti i modi di allontanarsi», ammettendo di aver provato a toccarla ma escludendo che la vittima avesse compiuto atti sessuali con lui.
La “difesa” della mamma
Quando la Dda di Catanzaro procede con un decreto di perquisizione, momento in cui la madre prende atto delle indagini, cerca di far passare l’anziano per un pedofilo e lo dice anche gli investigatori. Ma il gip fa emergere che c’è «un evidente discrasia tra le dichiarazioni» della donna e quanto riscontrato nelle intercettazioni. «Quantunque la donna dichiari che» l’anziano perseguiti una delle due figlie «cercando in ogni modo di incontrarla nonostante lei dica alla figlia di evitare di frequentarlo, dalle intercettazioni emerge un quadro totalmente opposto, in cui» è la 39enne di Paola «a sollecitare la figlia a incontrarsi con l’anziano».
Il gip Paris, oltre ad valutare il narrato dell’uomo come «lineare, privo di contraddizioni e soprattutto ampiamente confessori rispetto al segmento di responsabilità a lui specificatamente riferibili nell’odierna vicenda» evidenzia le presunte responsabilità della mamma che avrebbe consigliato alle figlie come comportarsi con l’uomo. «E’ la stessa» donna «a suggerire alle figlie tecniche idonee a scongiurare indiscrezioni e chiacchiericcio sull’ingombrante presenza» dell’anziano, come ad esempio l’escamatoge di non sedersi sul sedile anteriore quando sono in macchina con lui».
A ciò si aggiungono le altre dichiarazioni rese da ragazzi sentiti dal commissariato di Paola che hanno rivelato come la donna li avesse contatti per sollecitare incontro con le figlie, ma che gli stessi hanno rifiutato. In conclusione, il gip Paris, sospendendo la responsabilità genitoriale della donna, ha nominato un curatore speciale delle due ragazze, individuato in un legale del foro di Catanzaro.