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Premio Sila ’49: si riparte mercoledì 8 settembre

L’edizione 2021 del Premio Sila ’49 inizia con un incontro importante. Sarà infatti Domenico Dara, calabrese di Girifalco, autore affermato e apprezzato, ad aprire la serie di presentazioni che si concluderanno alla fine di ottobre per poi arrivare alla selezione della cinquina della decima edizione del premio. Dara parlerà del suo “Malinverno” (edito da Feltrinelli)

Premio Sila ’49: si riparte mercoledì 8 settembre

L’edizione 2021 del Premio Sila ’49 inizia con un incontro importante. Sarà infatti Domenico Dara, calabrese di Girifalco, autore affermato e apprezzato, ad aprire la serie di presentazioni che si concluderanno alla fine di ottobre per poi arrivare alla selezione della cinquina della decima edizione del premio.

Dara parlerà del suo “Malinverno” (edito da Feltrinelli) con Gianluca Veltri alla Villa Vecchia.

L’incontro, previsto per le 17:30, sarà spostato nella sede della Fondazione Premio Sila in caso di pioggia.

Di seguito la scheda del romanzo e una breve biografia dell’autore.

Maliverno (Feltrinelli):

Ci sono paesi in cui i libri sono nell’aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera della regione, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia un nuovo impiego: il pomeriggio continuerà a occuparsi della biblioteca, ma la mattina sarà il guardiano del cimitero.
Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. A incuriosirlo è soprattutto una lapide senza nome e senza date: solo una fotografia, una donna dallo sguardo candido e franco, i capelli divisi in due bande liscissime e l’incarnato pallido. Per lui è da subito la sua Madame Bovary, la sua Emma. Attratto dal mistero racchiuso in quel volto, Astolfo si trova a seguire il filo che sembra dipanarsi dalla fotografia: tra i viottoli e le campagne di Timpamara, complice l’apparizione di una giovane sconosciuta nerovestita, prende forma a poco a poco una storia che mai Astolfo avrebbe saputo immaginare.
Domenico Dara unisce il talento dei narratori orali a una scrittura sospesa nel tempo: Malinverno è un romanzo pieno d’incanto sui libri, sul potere delle storie, dell’immaginazione, dell’amore.

Mi sembrò per un attimo che ogni cosa nel mondo – anche i pensieri, anche i sentimenti, anche i morti – avesse la sua giusta collocazione nell’universo.
Anche io, Astolfo Malinverno, l’unico bibliotecario guardiano di cimitero che l’umanità abbia mai avuto.

Domenico Dara

Domenico Dara è nato nel 1971. Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Girifalco, in Calabria, dove è ambientato il suo romanzo, ha studiato a Pisa, laureandosi con una tesi sulla poesia di Cesare Pavese. Oggi vive e lavora in Lombardia.Ha esordito nella narrativa nel 2014 con Breve trattato sulle coincidenze, finalista al Premio Italo Calvino, vincitore del Premio Città di Como sezione Esordienti e del Premio Leonida Repaci.

Con il secondo romanzoAppunti di meccanica celeste, è stato finalista al Premio Sila e ha vinto la XLI edizione del Premio Stresa nel 2017.

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