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11 settembre 2001, la cerimonia a Ground Zero

Con l’ingresso della bandiera e l’inno americano è iniziata la cerimonia a Ground Zero per commemorare le vittime dell’11 settembre 2001. I familiari presenti hanno alzato le foto dei loro cari rimasti uccisi negli attacchi terroristici di 20 anni fa.  “Papà ci manchi ogni giorno”, ha detto la figlia di una delle vittime, che si

11 settembre 2001, la cerimonia a Ground Zero

Con l’ingresso della bandiera e l’inno americano è iniziata la cerimonia a Ground Zero per commemorare le vittime dell’11 settembre 2001. I familiari presenti hanno alzato le foto dei loro cari rimasti uccisi negli attacchi terroristici di 20 anni fa. 

“Papà ci manchi ogni giorno”, ha detto la figlia di una delle vittime, che si è alternata con altri familiari nel leggere i nomi di tutte le persone rimaste uccise. Prima della lettura dei nomi delle vittime è stato osservato un minuto di silenzio, alle 8.46, nel momento in cui il primo aereo si è andato a schiantare contro le torri. 

A Ground Zero sono presenti il presidente americano Joe Biden e la first lady Jill. Nessun discorso, solo un videomessaggio, perché “sente che è importante visitare” i tre siti degli attacchi di 20 anni fa, New York, Washington e la Pennsylvania. Così la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha spiegato la ragione per cui il presidente non tiene alcun discorso ufficiale alle cerimonie. “Il presidente ritiene che sia importante visitare ognuno dei tre siti per commemorare le vite perse – ha spiegato Psaki -, i sacrifici fatti in quel giorno che ha avuto conseguenze su milioni di persone in tutto il Paese, ma certamente su molte persone di quelle comunità”. 

Vent’anni dopo quell'”orribile mattina” dell’11 settembre “la lista di lezioni” da apprendere “è lunga e continua ad aumentare: ma una cosa è diventata chiara, ed è chiara da allora, che l’America è sempre stata la patria di eroi che corrono incontro al pericolo per fare quello che è giusto”. Così l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama rende omaggio alle vittime degli attacchi a New York e Washington nel 20mo anniversario di quella tragedia, sottolineando che oggi come allora “vediamo ancora una volta lo stesso coraggio ed altruismo”. 

“Lo abbiamo visto dieci anni fa – ricorda – quando i nostri militari hanno consegnato alla giustizia Osama bin Laden. E lo vediamo oggi, nei dottori e negli infermieri, sfiniti, che fanno quello che possono per salvare vite, i militari, alcuni dei quali non erano ancora nati, che mettono a rischio le loro vite per salvare gli americani ed aiutare i rifugiati a trovare una vita migliore, i soccorritori che combattono contro le fiamme e le inondazioni per portare in sicurezza le famiglie”. Tutte queste persone “rappresentano il meglio dell’America – scrive Obama in una dichiarazione – e quello che può e potrebbe unirci”. 

L’11 settembre “ci ricorda quanti americani si donano in modo straordinario – conclude l’ex presidente – non solo nei momenti di crisi, ma ogni singolo giorno. Non lo dimentichiamo e non lo diamo mai per scontato”. 

Alla cerimonia ha partecipato anche Bruce Springsteen. Il cantante, che nel 2002 ha pubblicato l’album ‘The Rising’ dedicato ai fatti dell’11 settembre, ha eseguito ‘I’ll see you in my dreams’.
 

L’obiettivo dei terroristi che l’11 settembre di 20 anni fa hanno colpito il Pentagono era “distruggere il nostro stile di vita e l’idea dell’America”. Lo ha detto il capo degli Stati Maggiori Riuniti, generale Mark Milley, nella cerimonia di fronte al Pentagono, colpito alle 9.37 dell’11 settembre dal volo 77.  

“Hanno cercato di distruggerci e dividerci”, ha aggiunto, sottolineando che non ci sono riusciti: “Non abbiamo avuto paura di quello che avevamo di fronte, perché amavamo quello che avevamo alle nostre spalle”, ha aggiunto ricordando l’impegno ventennale della guerra al terrorismo ed i militari americani caduti, compresi i 13 soldati americani rimasti vittima degli attentati a Kabul nelle scorse settimane. 

 

Fonte: AdnKronos