giovedì,Marzo 28 2024

Funaro: “Dissesto, i soldi c’erano ma nulla è stato fatto”

di Maria Pia Funaro (Capolista Pd) – Una delle cartine di tornasole della città divenuta grande periferia è la difficile accessibilità alla città vecchia. Sì perché ormai, da qualche anno, la scuola dello Spirito Santo, oppure Piazza XV Marzo, dove hanno sede gli uffici della Provincia, la Biblioteca Civica, il Teatro Rendano e il Liceo

Funaro: “Dissesto, i soldi c’erano ma nulla è stato fatto”

di Maria Pia Funaro (Capolista Pd) – Una delle cartine di tornasole della città divenuta grande periferia è la difficile accessibilità alla città vecchia. Sì perché ormai, da qualche anno, la scuola dello Spirito Santo, oppure Piazza XV Marzo, dove hanno sede gli uffici della Provincia, la Biblioteca Civica, il Teatro Rendano e il Liceo Classico, sono raggiungibili soltanto da Corso Telesio o dal percorso che risale dal Lungocrati Alighieri.

I crolli avvenuti due anni fa, che hanno interessato la zona di Portapiana e l’accesso al centro storico dal Ponte Mancini, hanno indotto l’amministrazione di Cosenza ad inibire sine die il transito su Corso Vittorio Emanuele e via Morelli. E di tutto questo è proprio l’amministrazione uscente ad avere colpe gravissime poiché non è stata capace di attuare interventi di messa in sicurezza e ripristino utilizzando i fondi che erano stati assegnati al Comune di Cosenza (si parla di 13 milioni di euro!) tramite l’ufficio del commissario per il Dissesto Idrogeologico della Regione Calabria la cui ripartizione era già stata cadenzata:

  • Interventi di mitigazione del rischio frana nel centro storico e nelle aree contermini
  • Interventi di mitigazione del rischio nella frazione Donnici e in località Cozzo San Lorenzo; completamento degli interventi dimessa in sicurezza di località Mussano
  • Interventi di ripristino delle sezioni di deflusso e della funzionalità delle opere idrauliche nei corsi d’acqua minori nel Comune di Cosenza

Nulla di tutto questo. Per il primo intervento, che  riguardava proprio la sistemazione della frana lungo Corso Vittorio Emanuele, il Comune, quale Soggetto attuatore, avviò la procedura di gara per l’affidamento della progettazione, poi revocato e mai più riavviato. Degli altri due interventi si è persa traccia, memoria.

Con disappunto, ad oggi, si palesa una situazione di evidente ritardo attribuibile ad inadempienza dell’amministrazione comunale di Cosenza. Fatto gravissimo che denota la drammatica incapacità della giunta di Occhiuto, e del competente assessore ai Lavori pubblici, che oggi si candida a governare la città, a spendere finanziamenti in settori nevralgici e vitali, salvo intercettare fondi destinati all’edilizia sociale per realizzare il ponte di Calatrava. Bello quanto inutile.

Com’è possibile che si proceda così a rilento e che interventi finalizzati alla salvaguardia ambientale, alla messa in sicurezza di un’area vasta e di particolare pregio storico, archeologico, architettonico, culturale e paesaggistico, alla tutela della incolumità delle abitazioni e dei cittadini cosentini in generale, e del centro storico in particolare, siano andati “in cavalleria” con disarmante leggerezza? Ci chiediamo pure se il perdurare di tale evidente inerzia non possa compromettere la disponibilità dei fondi stessi?

Con amarezza, possiamo affermare che, in questi 10 anni, a Cosenza i finanziamenti da poter spendere non sono mai mancati. Bastava saper amministrarli.

Tutto ciò che è stato attuato è frutto di una programmazione antecedente, troppo spesso e con troppa leggerezza stravolta dalla “visione strategica” del sindaco uscente che lascia una città incompleta, caotica e soffocata da criticità che avrebbero potuto trovare risoluzione.

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