Carceri: A Palermo torna in funzione il Consiglio di aiuto sociale
Torna in funzione il Consiglio di aiuto sociale presso il Tribunale di Palermo, che si occupa dell’assistenza penitenziaria e post penitenziaria. Un organismo che ha il compito, di prendersi cura, ad esempio, dei detenuti e di coloro che, ad esempio, a breve lasceranno il carcere. Si assicurano che “siano fatte frequenti visite ai liberandi, al
Torna in funzione il Consiglio di aiuto sociale presso il Tribunale di Palermo, che si occupa dell’assistenza penitenziaria e post penitenziaria. Un organismo che ha il compito, di prendersi cura, ad esempio, dei detenuti e di coloro che, ad esempio, a breve lasceranno il carcere. Si assicurano che “siano fatte frequenti visite ai liberandi, al fine di favorire, con opportuni consigli e aiuti, il loro reinserimento nella vita sociale”. Oggi c’è stata la prima riunione presieduta da Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo. Presenti anche Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; Francesco Micela, Presidente del Tribunale per i Minorenni; Tina Montinaro, presidente dell’Associazione Quarto Savona Quindici; Aida Portolano, Presidente dei Gruppi di Volontariato Vincenziano di Palermo; Maria Agnello, Magistrato di Sorveglianza; Mariangela Di Gangi, Coordinatrice dall’Associazione Laboratorio Zen Insieme; Maria Mantegna, Assessore Cittadinanza Sociale. E ancora: il direttore della Casa di Reclusione dell’Ucciardone e il Direttore della Casa Circondariale di Pagliarelli; Mario Affronti, responsabile Uos di Medicina delle migrazioni, nella qualità di direttore dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana; Dalila Mara Schirò, Ricercatrice di diritto penale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo; Aida Portolano, Presidente dei Gruppi di Volontariato Vincenziano – Palermo; Anna Maria Rita Cullotta, della Caritas diocesana, designata dall’Arcivescovo Lorefice; Marco Guccione, designato dall’Associazione Jonas Palermo.
Il Consiglio di aiuto cura anche che “siano raccolte tutte le notizie occorrenti per accertare i reali bisogni dei liberandi e studia il modo di provvedervi, secondo le loro attitudini e le condizioni familiari” e “assume notizie sulle possibilità di collocamento al lavoro nel circondario e svolge, anche a mezzo del comitato di cui all’articolo 77, opera diretta ad assicurare una occupazione ai liberati che abbiano o stabiliscano residenza nel circondario stesso”. Inoltre, organizza, anche con il concorso di enti o di privati, corsi di addestramento e attività lavorative per i liberati che hanno bisogno di integrare la loro preparazione professionale e che non possono immediatamente trovare lavoro. Promuove, altresì, la frequenza dei liberati ai normali corsi di addestramento e di avviamento professionale predisposti dalle regioni e cura il mantenimento delle relazioni dei detenuti e degli internati con le loro famiglie. Infine, segnala anche alle autorità e agli enti competenti i bisogni delle famiglie dei detenuti e degli internati, che rendono necessari speciali interventi, concede sussidi in denaro o in natura e collabora con i competenti organi per il coordinamento dell’attività assistenziale degli enti e delle associazioni pubbliche e private nonché delle persone che svolgono opera di assistenza e beneficenza diretta ad assicurare il più efficace e appropriato intervento in favore dei liberati e dei familiari dei detenuti e degli internati.
Non solo. Il Consiglio di aiuto sociale presta soccorso, con la concessione di sussidi in natura o in denaro, alle vittime del delitto e provvede all’assistenza in favore dei minorenni orfani a causa del delitto.
Il consiglio di aiuto sociale ha personalità giuridica, è sottoposto alla vigilanza del Ministero di grazia e giustizia e può avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato. I componenti del consiglio di aiuto sociale prestano la loro opera gratuitamente.
Fonte: AdnKronos