giovedì,Marzo 28 2024

Covid, ancora morti nell’Arma. Da Di Tillo (SIULM) appello alla vaccinazione

Il Segretario generale SIULM Calabria, Amedeo Di Tillo, lancia un appello alla vaccinazione dopo l'ultimo decesso di un carabiniere.

Covid, ancora morti nell’Arma. Da Di Tillo (SIULM) appello alla vaccinazione

di Amedeo Di Tillo (Segretario generale SIULM Calabria)

Negli ultimi giorni abbiamo assistito alla violenta aggressione subita da colleghi delle Forze dell’ordine nel corso di una manifestazione di protesta contro il green pass e alla devastazione della sede nazionale della Cgil. Ci stringiamo in un abbraccio con i rappresentanti della Camera del lavoro, con i lavoratori  e con i nostri colleghi a cui va tutta la nostra solidarietà e la vicinanza del SIULM. Ogni forma di squadrismo e di sopraffazione deve essere condannata senza mezzi termini e noi ci auguriamo che gli autori delle violenze vengano presto individuati e fermati con gli strumenti che la legge mette a disposizione.

Ma c’è anche un altro evento a cui abbiamo dovuto assistere impotenti e sgomenti: l’ennesima prematura scomparsa di un nostro collega rimasto vittima del Coronavirus. Secondo le ultime notizie anche altri colleghi di quel reparto sarebbero stati contagiati e tra, loro, quelli che hanno fatto registrare una sintomatologia medica non erano ancora vaccinati.

Ciò lascia aperte una serie di riflessioni. Considerare risolto il problema della pandemia è un errore che non possiamo permetterci di fare. Il virus serpeggia ancora tra di noi e questo è un dato di fatto che ci pone dinanzi alla necessità di non abbassare la guardia e di mantenere ancora vigili e pienamente operativi i presidi di monitoraggio e controllo dell’andamento del virus.

Per quanto ci riguarda, come organizzazione sindacale delle Forze armate, non possiamo che richiamare i colleghi ma soprattutto la nostra Istituzione ad un rigoroso utilizzo del vaccino come strumento di tutela della salute di ogni militare e di salvaguardia di quella collettiva.

Non ci stiamo a continuare a fare la conta dei morti e dei colleghi che in questo momento stanno lottando contro una patologia che non è stata debellata e che ci rende tutti più fragili e indifesi.

Occorre che la nostra Amministrazione si faccia sentire con parole chiare e univoche e indichi la strada per gestire questa complessa fase in maniera uniforme ponendo al centro delle proprie decisioni, la sicurezza dei militari, dei familiari e di tutti i cittadini, nella consapevolezza che il benessere degli uomini è una precondizione per poter portare a termine i delicati compiti a cui ogni  carabiniere, donna e uomo che sia, è chiamato ad assolvere.

Senza alcuno spirito polemico, sarebbe stato forse più opportuno applicare una regolamentazione chiara e univoca senza aspettare di arrivare a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo del Pass per dettare norme di comportamento, disposizioni e sanzioni. In questo momento è necessario assumere scelte responsabili finalizzate alla tutela della salute pubblica.

L’obiettivo deve essere quello di rafforzare il sistema di screening e rendere sicuri i luoghi di lavoro e questo possiamo farlo attraverso una seconda campagna vaccinale che completi la prima fase a beneficio di tutti i servitori dello Stato e di quanti svolgono servizi di pubblica utilità; donne e uomini che dobbiamo difendere e tutelare e verso cui occorre garantire ogni opportuna iniziativa che consenta loro di svolgere in sicurezza e piena efficienza il proprio lavoro.

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