venerdì,Marzo 29 2024

Muore Giovanni Panettiere: la Sibaritide piange un attivista che si batteva per gli ultimi. Sempre e comunque

Già segretario cittadino del Prc e tra i fondatori di "Terra e Popolo", la sua scomparsa lascia sgomenta l'intera comunità di Rossano

Muore Giovanni Panettiere: la Sibaritide piange un attivista che si batteva per gli ultimi. Sempre e comunque

Non era un cittadino qualunque, il 41enne morto ieri in autostrada. Era molto di più. Giovanni Panettiere, l’ultimo tra i giovani idealisti imperterriti nella ricerca di un mondo a colori, non era neutro alla società e alla comunità in cui viveva. Era schierato. Schieratissimo. Convintamente appostato sul crinale della lotta sociale con e per gli ultimi.

La notizia della sua tragica scomparsa, avvenuta ieri pomeriggio, è finita nascosta nella routine della fredda cronaca che tende ad alienare i fatti dalle persone. Ma dopo qualche ora ha iniziato a correre, navigare in rete, viaggiare dagli uni agli altri, inondare i cuori di dolore sincero. Giovanni Panettiere era il segretario cittadino di Rifondazione comunista, a Rossano. Uno vicino agli ultimi, cioè. Ed era, anche, uno tra i principali attivisti dei movimenti ambientalisti e sociali – le cosiddette reti civiche – che non si preoccupano di vincere o perdere nelle urne, ma che lottano e si battono per i territori. Sempre, comunque, a prescindere. Era anche qualcos’altro Giovanni: un bravissimo ragazzo. E in questa società estraniante il suo cuore d’oro era il tratto distintivo di una figura preziosa per la comunità.

“Terra e Popolo”, l’associazione rossanese che già nel suo nome dice tutto, era la sua casa. Una casa che da ieri è listata a lutto: sulla pagina Facebook campeggia un nastro nero accompagnato da poche parole, che non potrebbero dire di più: «Oggi un fratello ci ha lasciati, spiazzandoci in un banale pomeriggio, spaccandoci l’anima. Ti vogliamo bene Giò».

La morte prende tutto. E travolge impegni politici, affetti familiari, condivisioni sociali. Il ricordo resta, indelebile. E nel suo ricordo dovrà continuare, nella città ionica, il cammino che lui e i suoi compagni di viaggio avevano intrapreso. È così che la morte non potrà mai portarsi via tutto ciò che verrà realizzato in suo nome.