venerdì,Giugno 2 2023

Roberto Occhiuto spiazza amici e nemici: il nuovo corso della Regione nel segno delle “condivisioni”

Il presidente cerca (e trova) sponda sui grandi temi anche nelle parti sociali: è la mossa strategica per ricostruire la Calabria grazie ai miliardi del Pnrr. Dalle scelte concertate con Unindustria sul Corap al "Caso Sacal". E alla fine i meriti saranno i suoi…

Roberto Occhiuto spiazza amici e nemici: il nuovo corso della Regione nel segno delle “condivisioni”

La politica farà il suo corso. Roberto Occhiuto ha scelto la squadra di governo e, sebbene manchi all’appello un ultimo («primo», sottolinea il presidente) assessore, il nuovo corso della Regione Calabria ha già avuto inizio. È la XII (dodicesima) legislatura che si apre, quella che farà e si farà storia. C’è infatti solo una certezza che appare nitidissima agli occhi allenati di chi osserva le cose politiche: arriveranno talmente tanti soldi collegati ai Fondi strutturali e al Pnrr che sbagliare sarà pressoché impossibile. E Roberto Occhiuto lo sa: non soltanto perché da sempre dispone di occhi allenati alla politica, ma perché la politica (ai massimi livelli, che piaccia o meno) la pratica da dentro.

Meglio presidente della Regione che ministro

Ha visto bene: sapeva che governare la Calabria, nonostante le tante emergenze, rappresentava un trampolino di lancio ben più comodo di un ministero, lo stesso ministero al quale ha lasciato intendere di poter aspirare al pari di tutti gli altri capigruppo alla Camera di Forza Italia che, poi, sono diventati ministri. Ma vuoi mettere il primato assoluto nella sua terra con un ruolo chiave rispetto a quello di semplice servitore del Paese sotto l’egida di uno come Mario Draghi? Quanti margini di manovra e autonomia avrebbe avuto? Resta attuale, per un uomo che ha conosciuto giovanissimo, da vicino, i giganti del Socialismo, del Pci e della Democrazia cristiana (alla cui fonte si è anche dissetato), l’insegnamento di Giulio Cesare che ha ormai fatto storia: “Meglio primo in Gallia che secondo a Roma”… E infatti la vera “Roma dei miracoli”, oggi, è il Sud che seppure depredato di gran parte dei soldi che gli spetterebbero, ne riceverà talmente tanti da doversi preoccupare di come riuscire a spenderli tutti. Il Sud, oggi, è Calabria; e, nella Calabria, Cosenza. È l’area bruzia (ormai da oltre un decennio) a determinare la linea politica regionale. Ed anche questo un politico come Roberto Occhiuto lo sapeva (e lo sa) benissimo.

Ci sarà spazio per tutti

Tanti piccoli partiti sono rimasti fuori dall’esecutivo regionale, ma ha valore marginale: avranno tutti un ruolo nell’assemblea legislativa a giudicare dai primi fatti concreti di questi giorni: Roberto Occhiuto ha appena comunicato di aver chiesto a Confindustria una terna di nomi per il commissario del Corap e ha quindi scelto Enrico Mazza; poi ha preannunciato di voler coinvolgere in questa nuova filosofia di “governo dei tanti” anche i sindacati regionali. Ed è chiaro che lo farà. Strategico, dunque? Sì, senza dubbio: intende condividere con i vari livelli di rappresentanza della società calabrese non solo onori (che in larga parte verranno riconosciuti soprattutto a lui) ma anche oneri neutralizzando da subito resistenze e potenziali contrapposizioni destabilizzanti. C’erano riusciti, in passato, i padri nobili della politica nazionale che di fronte allo spettro di una straripante crisi sociale ed economica nel Paese s’erano spinti – loro malgrado – a promuovere come strumento di pacificazione collettiva l’unione tra diavolo e acqua santa (leggi “compromesso storico”).

La Giunta regionale in secondo piano

Il vero “nuovo corso” della politica regionale targata Occhiuto è tutto qui, questa la vera intuizione. I singoli scelti per la giunta non rappresentano più il cuore della questione. Toccherà agli analisti politici spiegare ai calabresi perché si è arrivati all’individuazione delle figure nominate (diverse di netta estrazione cosentina). E non ci vorrà poi tanto a capire come stanno le cose in questa direzione: basterà attendere le prime iniziative che i singoli assessori assumeranno. Ma la chiave del nuovo corso è esclusivamente politica: la Calabria (e Cosenza in particolare) ha un nuovo leader che dimostra scaltrezza nel tracciare prima la rotta delle priorità indicando i disastri attuali (sanità, lavoro, infrastrutture) per poi chiamare a sé, sul campo di battaglia, anche i potenziali nemici.

La vicenda Sacal? Un “colpo da maestro”

Un esempio pratico, su questo piano, delle capacità strategiche del nuovo presidente della Regione è rappresentato dall’ultima sortita sulla vicenda Sacal, con l’indice puntato dritto nei confronti di chi l’ha preceduto: come è stato possibile che l’organismo chiamato a governare un settore fondamentale per la ripresa della Calabria sia finito, a maggioranza di quote, nelle mani di soci privati a scapito di quelli pubblici? Chi doveva controllare, perché non l’ha fatto? Una denuncia che trova sponda ovunque: a destra, al centro, a sinistra e tra le parti sociali; una denuncia netta che invita alla reazione collettiva, all’accertamento delle responsabilità, alla condivisione di una battaglia comune a tutela dell’interesse pubblico. Chi potrebbe, in questa partita, chiamarsi fuori dalla contesa? Solo chi avrebbe, eventualmente, qualcosa da nascondere… E così, Occhiuto, riesce a spostare l’attenzione mediatica dagli interrogativi sulla qualità complessiva della giunta ai clamori d’un evidente maltolto perpetrato a danno dei calabresi tutti. Occhiuto non fa nomi, del resto. Ma è pienamente consapevole di cosa sia accaduto e soprattutto a causa di chi… Sollevando il caso – serio e meritevole della massima attenzione – segna da subito le distanze con i nuovi alleati che si sono imposti sulle scelte dell’esecutivo, riaffermando la centralità del suo ruolo e brandendo, a futura memoria, l’arma del pubblico ludibrio. Chapeau…

Le aspettative dei cosentini

L’area bruzia, che diventa adesso il cuore pulsante delle nuove politiche regionali, è nei fatti sempre quella di un tempo: ha attraversato fasi complesse e oscure ma ora ha nuovamente un motore funzionale, capace di esprimersi a migliaia di giri. E cosa chiede l’area bruzia al suo presidente cosentino? Di riorganizzare la rete sanitaria territoriale, assumere personale medico e infermieristico, dotare gli ospedali di apparecchiature adeguate, riportare in patria gli specialisti migliori che nobilitano le strutture sanitarie del Paese. E, poi, che venga promosso il lavoro stabile sostenendo le piccole e medie imprese e favorendo la nascita di nuove. Chiede, anche, interventi a supporto del Comune capoluogo che appare sull’orlo di un drammatico default…

Una sfida che si potrà vincere… insieme

I soldi ci sono; le idee anche al pari della determinazione di chi oggi dimostra, alla luce dei fatti delle ultime ore, di tenere salde in mano le redini della Regione. Ad Occhiuto non resta altro impegno, a vantaggio della provincia di Cosenza e della Calabria, che agire per alleviare il disagio sociale che ancora imperversa, spuntare le armi della micro e macrocriminalità che offre abbagli di ricchezza a giovani disperati senza lavoro, innescare i meccanismi di solidarietà che hanno consentito a questa terra e al Paese, nei momenti peggiori, di risollevarsi e primeggiare. Il resto è normale routine di Palazzo. E ai calabresi comuni, quella routine, interessa poco.