Rapporto Ecomafia 2021, Cosenza tra le province meno virtuose
Il tallone d'Achille rimane lo smaltimento illecito dei rifiuti. Determinanti le infiltrazioni della criminalità organizzata
Un ritratto impietoso per la Calabria ma anche per Cosenza quello che spunta fuori dal nuovo Rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, che è stato presentato a Roma questa mattina.
Secondo l’analisi, basata sui dati raccolti dalle attività svolte dalle forze dell’ordine, Capitanerie di Porto, magistratura, unite al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, la nostra regione si colloca al primo posto per quanto riguarda le interdittive anti-mafia (ben 194).
Rapporto Ecomafia 2021, Cosenza la più macchiata dai reati ambientali
Dal prospetto della relazione, rispetto alle altre province calabresi, Cosenza è quella ad aver registrato il maggior numero di reati ambientali, ben 921 (con 639 persone denunciate, 6 arresti e 282 sequestri), seguita da Reggio con 830, Crotone con 282 e Catanzaro con 246. Non va meglio per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento. A Cosenza i reati registrati in tal senso sono stati 271 (318 persone denunciate e 4 arresti) su un totale regionale di 1082, ultima Catanzaro che chiude con 69 segnalazioni.
Nota dolente anche per quello che riguarda i rifiuti. I reati collegati al ciclo illegale a Cosenza sono stati 139 (ed è l’ottava al livello nazionale) su un totale regionale di 456. Decisamente va meglio sul fronte dei reati contro la fauna sul territorio. Cosenza chiude con 44 reati contestati staccando di molto Reggio Calabria che si attesta a 439 (risultando la quinta regione italiana a registrare più segnalazioni).
«Dove la criminalità è infiltrata crescono questi reati»
«L’infiltrazione della criminalità organizzata nei reati ambientali è determinante», ha detto in conferenza il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. In cima alla lista si conferma la Campania (5.457 reati ambientali, il 15,7% del totale nazionale), seguita da Sicilia (4.245, 12,2%) e Puglia (3.734, 10,7%). Irrompe al 4° posto il Lazio che con 3.082 ecoreati (8,8%) supera la Calabria (2.826, 8,1%). Le 4 regioni del sud da sole totalizzano ancora metà (46,6%) dei reati ambientali della penisola.