venerdì,Giugno 2 2023

Regione Calabria, tra capigruppo e assessori Cosenza rappresentata come mai prima d’ora

Simona Loizzo (Lega), Davide Tavernise (5 Stelle), Ferdinando Laghi (De Magistris), Giuseppe Graziano (Udc) rappresenteranno i partiti a palazzo Campanella. Poi ci sono anche i cosentini Occhiuto, Gallo e Orsomarso...

Regione Calabria, tra capigruppo e assessori Cosenza rappresentata come mai prima d’ora

Cosenza pigliatutto? Quasi, come il famoso asso che nei giochi preferiti della cultura popolare, a carte, fa incetta di punti. Ci sono poi anche gli assi nella manica e quelli, al momento, sta dimostrando di averli solo il presidente cosentino Roberto Occhiuto.

Cosentino, sì; esattamente come la chiave di lettura che serve per orientarsi adesso tra i nuovi equilibri che vanno componendosi a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria.

A Cosenza due assessori e tre capigruppo

La provincia più grande della Calabria (intesa come estensione territoriale e non già come ente che a breve tornerà al voto) torna a recitare un ruolo da protagonista nel panorama politico regionale. Lo fa non soltanto per la cosentinità pura del suo presidente, ma per tutto il resto: assessorati e presidenze dei gruppi. Se due più due fa quattro (e in politica non è detto, perché potrebbe fare cinque o sei ché tutto è possibile) la prova provata dello spostamento dell’asse verso nord (saltando quasi del tutto Catanzaro e dintorni) arriva dalle scelte operate dai partiti nelle ultime ore: anche Simona Loizzo, cosentina doc, supera le resistenze interne e diventa capogruppo della Lega. A lei si aggiungono Davide Tavernise (5 Stelle), Ferdinando Laghi (De Magistris), Giuseppe Graziano (Udc). E sono 4, appunto, come il famoso totale del due più due…

Cerchio chiuso? Non ancora: ci sono da annoverare anche i due superassessori cosentini, con deleghe pesanti: Gianluca Gallo e Fausto Orsomarso. Una truppa territoriale che non ha molti precedenti nella storia del regionalismo calabrese e che, certamente, esprime un peso potenzialmente capace di schiacciare le ambizioni degli altri territori. Potenzialmente, attenzione, perché Roberto Occhiuto ha un animo democristiano e non è certo aduso a forzature capaci di innescare meccanismi da reazione e a catena.

Regione Calabria, ma Cosenza non sarà mai una cosa sola

Su sette postazioni di potere (Occhiuto compreso) due sfuggono e sfuggiranno certamente alle tentazioni di comunella a carattere campanilistico: Laghi e Tavernise. Il primo per la sua storia di battaglie anti-sistema (o meglio, a favore di un sistema a dimensione di uomo rispettoso dell’ambiente e dei diritti sanitari); il secondo perché grillino. E quindi “anti” a prescindere seppur protagonista di battaglie sociali sul territorio di provenienza (la Sibaritide). Gli altri, che piaccia o meno, avranno anche medaglie da appuntarsi al petto, ma provengono da storie politiche che non disdegnano, per cultura ed anche efficacia di risultati, l’idea del “compromesso” nella sua accezione più ampia, e cioè nel senso di avvicinamento a posizioni talvolta alternative alle proprie ma funzionali ad obiettivi di interesse comune.

Cosenza e il territorio cosentino avranno un potere di contrattazione enorme sullo scacchiere della politica regionale. Quello che cercano di mantenere, anche, gli storici big del Pd e che hanno dimostrato di essere pronti a tutto pur di rivendicare ancora la centralità del proprio ruolo (leggi Nicola Adamo…).

Cosenza guida la svolta della Regione Calabria

Qualcuno, di tutto questo quadro, tra le lunghe schiere di clientes se ne avvantaggerà di sicuro. Ma è il male minore: non saranno gli autisti, i collaboratori, i portaborse vari con le loro nomine a schiacciare le ambizioni di rilancio della Calabria. Bensì il rischio di mancanza di idee e idealità, che spesso caratterizza la classe dirigente regionale. La speranza è che non sia, questo, il caso della XII legislatura regionale.

Da domani, in Consiglio, la Regione porrà le basi per la propria ripartenza dopo la stagione nera del Covid e delle incertezze legate al “facentefunzionismo” contestato da più parti. Cosenza c’è. I cosentini pure (e ruoli istituzionali potrebbero arrivare a breve anche per Katya Gentile, Pierluigi Caputo e Luciana De Francesco), purché dimostrino che la storia politica costruita da questa importante fetta di territorio ragioni di testa e non di altro, rifiuti la rissa e prediliga il confronto democratico da cui nascono le iniziative capaci di cambiare – non per pochi, ma per tutti – il corso degli eventi al cospetto di una stagione che si preannuncia ricchi di finanziamenti come mai prima d’ora.