martedì,Settembre 10 2024

Panchina rosso-orange contro la violenza sulle donne al polo tecnico Brutium

«A scuola l’attenzione è sempre ai massimi livelli su questo tema delicato, non solo il 25 novembre» ha affermato la dirigente Rosita Paradiso

Panchina rosso-orange contro la violenza sulle donne al polo tecnico Brutium

L’onda lunga delle celebrazioni svolte nell’ambito della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha raggiunto anche il polo tecnico scientifico Brutium di Cosenza dove, con la benedizione dell’arcivescovo Francesco Nolè, è stata inaugurata una panchina, chiamata rosso-orange, progettata dagli studenti del plesso Quasimodo, frequentanti i corsi dell’indirizzo CAT costruzioni, ambiente e territorio.

Una tavola rotonda sulla cultura del rispetto e delle relazioni sane si è svolta con la partecipazione delle massime autorità cittadine. Presenti tra gli altri il Prefetto Vittoria Ciaramella, il Questore Giovanna Petrocca, il Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, il comandante provinciale dei carabinieri Agatino Saverio Spoto, l’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano mons. Francesco Nolè, il sindaco Franz Caruso. Con la loro testimonianza hanno lanciato ai ragazzi presenti all’appuntamento ed alle classi collegate attraverso la diretta programmata sui social, un messaggio chiaro rispetto alla necessità di formare le coscienze sulla consapevolezza del fenomeno e di denunciare, in attesa che il legislatore consenta alla magistratura di perseguire d’ufficio i reati connessi alla violenza di genere.

Premiati i vincitori della terza edizione del concorso letterario, bandito con il Soroptimist Club, e rivolto agli alunni delle scuole secondarie dell’area urbana. Determinante la sinergia tra famiglia, scuola e istituzioni per promuovere una maggiore consapevolezza del fenomeno: «A scuola l’attenzione è sempre ai massimi livelli su questo tema delicato, non solo il 25 novembre – ha affermato la dirigente Rosita Paradiso – Siamo una delle componenti di quella rete sociale, di protezione dei ragazzi e sentiamo forte la responsabilità educativa e di sensibilizzazione verso un problema diffuso e che, purtroppo, non sempre emerge nel suo complesso». Ecco l’intervista