San Sago, polemica a Tortora. Il consigliere Papa: «Servono atti concreti, altro che sciopero della fame»
L'esponente della minoranza replica all'annuncio del sindaco Iorio e annuncia la richiesta di convocazione di una riunione straordinaria dell'Assemblea comunale
«Sulla riapertura dell’impianto di rifiuti pericolosi di San Sago a ridosso del fiume Noce nel Comune di Tortora se ne sta parlando tanto ma ad oggi necessitano provvedimenti ed atti concreti affinché si ne scongiuri la riapertura». Lo scrive il consigliere di minoranza Raffaele Papa, a poche ore dall’annuncio del sindaco Antonio Iorio di intraprendere lo sciopero della fame insieme alla sua squadra di governo. «Manifestazioni come la marcia ed anche lo sciopero della fame messe in campo, seppur lodevoli – continua Papa -, non inibiscono formalmente che ciò accada e la pubblica amministrazione deve necessariamente produrre azioni di contrasto effettive che impediscano agli uffici competenti e responsabili il rilascio di autorizzazioni difficilmente opponibili e contestabili».
Un consiglio comunale straordinario
«Non sappiamo se il ricorso al Tar Basilicata è stato presentato – si legge ancora nel comunicato del consigliere di opposizione -, ma bisogna assolutamente recuperare tempo per evitare che già oggi o domani gli uffici preposti regionali diano il via definitivo ed anche per questo nei prossimi giorni chiederò formalmente all’amministrazione Comunale di Tortora di intervenire con urgenza con la convocazione di un consiglio comunale straordinario affinché si provveda a variare la destinazione urbanistica dell’area in cui sorge l’impianto apponendo specifici vincoli di tutela ambientale con conseguente procedura di esproprio per parco verde e pubblica utilità».
Area da tutelare
«Del resto la zona è ampiamente riconosciuta di alto pregio naturalistico con presenza di flora e fauna da tutelare attraverso un progetto di riqualificazione che apponga precisi vincoli di salvaguardia – continua -. Tale area, purtroppo, non ha mai avuto una destinazione precisa e puntuale in modo tale da scongiurare distorsioni e abusi, tutti a danno del territorio e della collettività. Questa è l’unica procedura attivabile concretamente, se c’è la volontà politico-amministrativa di farlo, evitando così di perdere ulteriore tempo in iniziative che anche se rumorose non sortiscono l’effetto necessario».
Una messinscena
«Tra l’altro lo sciopero della fame in prossimità delle festività natalizie produce scena, ma non blocca l’iter burocratico di una vicenda complessa e problematica che rischia di diventare dolente per tutti – conclude Papa -. Il detto “fatti e non parole” vale sempre, soprattutto per le Istituzioni».