La pizza calabrese di Lorenzo Fortuna per le stelle di Sanremo – VIDEO
Il ristoratore cosentino, che ha vinto tanti premi grazie al suo talento in cucina, è in partenza per la Liguria dove sarà uno dei tre responsabili dell’area gastronomica della kermesse
Da trent’anni è un uomo innamorato. «Il colpo di fulmine è avvenuto che ero ragazzino, vedevo mio padre preparare gli impasti e poi è arrivato il momento di provare e non ho mai più smesso». Lorenzo Fortuna, 43 anni, si definisce un “pizza-chef”. Sulle pareti del suo ristorante a Rende fanno bella mostra diplomi culinari e premi. Ama usare materie prime di qualità e azzardare abbinamenti, alcune sue preparazioni sono amatissime e molto richieste. «Ultimamente piace molto l’abbinamento col salmone e la granella di nocciole. Quello che in questo momento mi piace tanto preparare, però, è la pizza con la pancetta di suino nero di Calabria, il caciocavallo dop silano e i nostri funghi porcini».
Una valigia piene di prelibatezze
Lorenzo sta preparando le valigie per la Liguria, sarà uno dei tre responsabili dell’area pizzeria di casa Sanremo. «È la seconda volta che vado lì, quest’anno in veste di responsabile della ricettazione con altri due colleghi: Enzo Piedimonte napoletano doc, Carmelo Pistritto siciliano doc e infine io, cosentino purosangue».
Protagonisti delle tavole infiorate della città simbolo della canzone italiana, saranno prodotti di eccellenza del territorio: formaggi, salumi, birre artigianali. Da artista della pizza, Lorenzo spiega qual è il segreto per un piatto perfetto. «Sono solo due: le mani e il cuore, non serve altro. Ognuno di noi quando cucina mette dentro un pezzo di se stesso ed è un ingrediente unico».
«Un momento difficilissimo, stringiamo i denti»
Il pizza-chef Fortuna parla anche del difficile momento che sta attraversando la ristorazione. La paura della quarta ondata e l’impennata dei contagi hanno scoraggiato le persone che non affollano più ristoranti e pizzerie. «Siamo in grandissima difficoltà, i ristoranti sono vuoti e attività come la mia non possono campare di asporto a lungo perché abbiamo spese vive altissime. I frigoriferi girano sempre per preservare la qualità dei cibi, il locale è sempre riscaldato e il rincaro delle bollette ci sta tagliando le gambe ancora di più. Cosa dire ai miei colleghi? Stringiamo i denti, teniamo duro finché possiamo».