giovedì,Ottobre 10 2024

L’urlo degli ragazzi cosentini: «Scuole come aziende, ormai non ci chiamano studenti ma clienti» – VIDEO

In memoria di Lorenzo Parellli, il giovane morto durante uno stage gratuito nell'ambito di un'alternanza scuola-lavoro, è stata organizzata una manifestazione che dall'Itis Monaco è arrivata davanti alla Prefettura

L’urlo degli ragazzi cosentini: «Scuole come aziende, ormai non ci chiamano studenti ma clienti» – VIDEO

Una borsa nera ferma il vento sul lembo di un lenzuolo bianco. “Lorenzo Vive” si gonfia e si quieta sul ciottolato di piazza Kennedy. Un ragazzo col megafono parla a braccio a una platea con le mani in tasca e le gambe nervose, una ragazza controlla gli appunti sulle note del cellulare e la sua voce si frange nel quadrilatero dei palazzi della piazza. «Ci sfruttano, le aziende vengono a scuola e attaccano le loro pubblicità in segreteria. Venite a vedere, lo fanno di continuo». Non ha neanche diciotto anni il ragazzo che parla agitando le mani. «Lo sai come ci chiamano a scuola, nemmeno più studenti ma clienti, questo siamo, clienti». La musica si abbassa, la polizia guarda da lontano ma il tumulto è solo nel cuore. In quattro tengono alto lo striscione principale, quello che urla: “Di scuola-lavoro non si può morire”. Non c’è molta gente, i senior della protesta speravano di riempire la piazza. «Hanno fatto pressione stamattina e molti sono entrati» e qualcuno si è anche disperso per le vie del corso. Un cornetto, una sigaretta smezzata in una traversa, organizzazioni per la serata su quello che c’è da fare domani. C’è chi è animato per davvero da uno spirito di giustizia e parla con gli occhi lucidi. «Basta, non se ne può davvero più, ma perché un ragazzo dello Scientifico deve fare uno stage in un Alimentari, che impara?». A parlare è una ragazza che sogna di fare l’attrice. «Il futuro si vedrà, però fa un po’ paura» e lo dice a voce più bassa, quasi a non farsi sentire ma la musica è tornata alta e nessuno la sente.

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