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Cittadella, un modello da imitare: ecco la formula del successo granata

Dall'arrivo di Marchetti in poi, il club veneto ha piano piano costruito un vero e proprio modello di calcio. Fatto di valori non solo tecnici.

Cittadella, un modello da imitare: ecco la formula del successo granata

Gabbiadini, Baselli, Biraghi e poi ancora Piovaccari e Kouame. Calciatori protagonisti nella massima serie e che sono soltanto la punta dell’iceberg di un modello che negli anni è diventato quasi un qualcosa di matematico. Il loro comun denominatore è aver avuto in Cittadella una tappa fondamentale della loro carriera. Ma ciò che fanno i veneti nel calcio, nasce da molto più lontano ed è ormai diventato un esempio da seguire ed imitare.

Marchetti “deus ex machina” del club

Il club nasce nel 1973 e rappresenta una cittadina di 20.000 abitanti in provincia di Padova. Da allora ha sempre avuto un unico proprietario: la famiglia Gabrielli che con la loro Gabrielli S.p.a., sono il secondo gruppo nazionale per importanza nel settore siderurgico. Dopo la prima Serie B durata due stagioni e raggiunta nel 2000 con l’iconico 3-3-4 di Ezio Glerean, che, in molti lo ricorderanno, è passato anche da Cosenza, la svolta nel club arriva nel 2005. L’artefice di quello che negli anni è diventato il Cittadella ha un nome ed un cognome: Stefano Marchetti (nella foto tratta dalla pagina ufficiale Facebook dei veneti). Il dirigente, 58 anni, è il vero segreto dei successi dei veneti. Nel 2005, l’ex attaccante, prende le redini del Cittadella dopo esser entrato in società come segretario qualche tempo prima. Formalmente ha il ruolo di Direttore Generale. Ma in realtà è lui che controlla tutto nel mondo Cittadella.

I segreti e le regole del Cittadella

Giovanissimi con la voglia di rilanciarsi o calciatori provenienti da categorie inferiori. Il mantra di Marchetti sul mercato è sempre lo stesso da anni: ingaggiare scommesse, quasi sempre vinte, dal basso costo ma dall’alto potenziale. E dargli la possibilità di esprimersi in un ambiente senza troppi pressioni che permette di lavorare nella massima tranquillità. Il focus dei granata poi è sui valori che, al di là di quelli tecnici, devono essere soprattutto morali per poter attirare il loro interesse. Il monte ingaggi di quest’anno, è l’esempio lampante del discorso. Il Cittadella è ultimo di tutta la Serie B con soli 3,1 milioni di euro spesi per 25 giocatori. Il Cosenza, penultimo, spende per gli stipendi dei propri tesserati 4,5 milioni l’anno. E poi un settore giovanile che è un fiore all’occhiello: ben 16 le squadre del vivaio granata oltre a 5 squadre femminili.

Foscarini, il “Ferguson della Provincia italiana”

Nel 2005 Marchetti, appena nominato, affida la squadra a Claudio Foscarini, promuovendolo dalla Primavera alla prima squadra. Il tecnico rimarrà sulla panchina del Cittadella per ben 10 anni. Nel 2008 centrerà la promozione in Serie B, nel 2010 i granata si qualificano per la prima volta ai play-off e fino al 2014 si salvano sempre agevolmente in cadetteria. Il 2015 però la retrocessione coincide con le dimissioni di Foscarini dopo il record di 294 panchine consecutive in Serie B con il Cittadella.

L’arrivo di Venturato e la Serie A sfiorata

Marchetti non si scoraggia. Affida la squadra ad un altro allenatore praticamente sconosciuto come Roberto Venturato pescato in Serie D dalla Pergolettese. Nel 2016 la squadra stravince la C e torna immediatamente in B. Dal 2017 al 2021 il Cittadella centra sempre i play-off andando vicinissimo al colpo grosso in due occasioni. Nel 2019 batte il Verona 2-0 all’andata della finale, ma viene ribaltato per 3-0 al ritorno del “Bentegodi”. La seconda volta, quella che tutti ancora ricordano. L’anno scorso contro il Venezia infatti, ecco un’altra finale persa. Dopo il ko per 1-0 in casa, al ritorno del “Penzo” il Cittadella è avanti di un gol. Gli avversari sembrano alle corde visti anche i due espulsi. Ma i granata non trovano la seconda rete che sarebbe valsa la A ed a festeggiare sono gli arancioneroverdi che pareggiano la gara in 9 uomini grazie a Bocalon.

Gorini ennesima scommessa vinta

Dopo la delusione di Venezia, Venturato saluta (tra l’altro da poche settimane è diventato il nuovo allenatore della Spal). Marchetti come sempre non si scompone ed affida la panchina ad un’altra scommessa: Edoardo Gorini. Dal 2013 nel club e da un anno dopo vice allenatore. Prima di Foscarini e poi dello stesso Venturato. Un uomo che conosce perfettamente la filosofia del club. Un’ennesima scommessa vinta visto che, per il momento, il risultato non cambia: anche quest’anno il Cittadella è nelle zone alte della classifica a giocarsi un accesso ai play-off. Un modello collaudato e vincente di fare calcio con la speranza per loro, prima o poi, di poter centrare la gioia della Serie A.

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