giovedì,Marzo 28 2024

A Castrolibero l’abbraccio dei bimbi di Tanaliberatutti per Paolina e Valerio, scappati dall’Ucraina – FOTO E VIDEO

I due piccoli di 5 e 3 anni sono andati via da Leopoli con la loro mamma incinta, che un mese fa ha partorito a Cosenza. Zaira Occhiuto, titolare dell'asilo che li ha accolti: «I nostri principi sono quelli della cooperazione, della solidarietà, dell'inclusione. Staranno con noi fin quando lo vorranno»

A Castrolibero l’abbraccio dei bimbi di Tanaliberatutti per Paolina e Valerio, scappati dall’Ucraina – FOTO E VIDEO

Ci sono una scatola di colori e dei fogli bianchi poggiati su un gradino e un gruppo di bambini uno accanto all’altro: qualcuno seduto, qualcuno sdraiato. Uno di loro prende un pennarello, gli altri fanno lo stesso e insieme cominciano a colorare. Nel piccolo grande mondo di Tanaliberatutti, a Castrolibero, Paolina e Valerio sono arrivati da poco. Vengono da un Paese lontano – è stato spiegato agli altri bimbi – e parlano un’altra lingua ma quelli che spesso sono ostacoli per i grandi quasi mai lo sono per i piccoli. I bambini, tutt’al più, strabuzzano gli occhi e si stringono nelle spalle, poi cominciano a giocare. Insieme.

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Paolina ha 5 anni, Valerio 3 e in questo cortile con i giochi e tanta terra in cui cercare tesori nascosti sono arrivati dall’Ucraina. La loro mamma Anastasya li ha portati fin qui per allontanarli in tempo dall’orrore, un lungo viaggio iniziato a Leopoli il 24 febbraio scorso per mettere al riparo la loro vita e la loro infanzia, prima che la paura assumesse il volto della guerra – le luci nel cielo, i boati delle bombe, la polvere delle macerie – anziché quello di un mostro nascosto nel buio, di uno scivolo troppo alto, di una bicicletta senza rotelle. Tre giorni in auto per riabbracciare la nonna, che vive qui, e stringere per la prima volta la mano minuscola del loro fratellino Mikhail, che la mamma ha portato nel pancione per duemila e cinquecento chilometri per farlo nascere in un ospedale sicuro. Il piccolo è venuto alla luce meno di un mese fa all’Annunziata di Cosenza. «Non volevo darlo alla luce nel pieno del conflitto», aveva dichiarato con gli occhi rossi di lacrime la madre ai microfoni del nostro network. E ancora: «Avevo paura anche per i miei figli, non sapevo se avremmo avuto ancora l’elettricità o qualcosa da mangiare».

Anastasya ora vive a Castrolibero a casa di sua madre, con i suoi tre bambini. E a Castrolibero ha trovato anche un’altra famiglia per sé e per i suoi piccoli: quella di Tanaliberatutti. Qui l’accoglienza non è un dovere, ma una gioia. Quella che si legge negli occhi dei bimbi nel dare il benvenuto ai loro nuovi compagni di gioco e quella negli occhi e nei sorrisi delle giovanissime educatrici. Zaira Occhiuto è la titolare ed è quasi imbarazzata dall’attenzione mediatica per un gesto che, spiega, non è straordinario ma connaturato alla filosofia stessa della realtà a cui ha dato vita meno di due anni fa: «La nostra scuola all’aperto nasce nel 2020, dopo il primo lockdown. Nasce dall’esigenza di garantire la possibilità di vivere e crescere all’aperto con l’obiettivo di completare il perimetro virtuoso della pedagogia outdoor già radicata nell’area urbana. Nasce e cresce con lo scopo di coltivare sinergie e reti. La comunità educante si è prefissata come manifesto pedagogico i principi della cooperazione, della solidarietà e dell’inclusione. In questi anni abbiamo lavorato con i piccoli e le famiglie che ci hanno scelto, proprio in questa direzione».

«Qualche giorno fa – racconta – abbiamo ricevuto visita da parte di una nonna, ucraina ma in Italia già da qualche anno. Ci ha raccontato la storia di sua figlia. Scappata al nono mese di gravidanza da una guerra ingiusta, ingiusta per le vittime, ingiusta per chi la combatte, ingiusta per chi la vive a distanza. Insomma, ingiusta e basta. Anastasya, mamma di 3 bambini, di cui un batuffolo di appena un mese, è riuscita ad arrivare in Italia con non poche difficoltà, dando alla luce il più piccolo di quella che sarebbe stata una bella famiglia. Purtroppo le cose sono andate diversamente. Sicuramente non sarà come vivere nella propria famiglia e nella propria città, ma Valerio e Paolina sono stati accolti nella nostra di famiglia, quella di Tanaliberatutti. Ospiti della nostra “casa pedagogica” fin quando lo vorranno».

Già all’indomani dello scoppio del conflitto in Ucraina, il cortile della scuola si era riempito di buste e scatoloni pieni di vestiti e giochi e beni di prima necessità per i profughi. È bastato un messaggio in una chat per dare vita a una catena di solidarietà che, va detto, da queste parti non è una novità. Che si tratti di famiglie ucraine o di altre in fuga da guerre e povertà, qui ognuno è sempre pronto a fare la sua parte. La sfida, adesso, è ancora più grande: far sentire Paolina e Valerio a casa, anche se la loro casa è a migliaia di chilometri di distanza e anche se sicuramente continueranno a sentirne la mancanza. Ma un piccolo tesoro trovato tra la terra scavata con le mani o un biscotto diviso a metà con un altro bimbo potranno essere un tassello di gioia in un mosaico fatto di nostalgia e speranza in un ritorno alla normalità non troppo lontano. «I bambini di Tanaliberatutti non gli stanno facendo mancare l’affetto e il supporto che meritano – dice Zaira Occhiuto –. Una dimostrazione pratica di come educare all’amore paga, e tanto. Grazie a tutte le famiglie che hanno sostenuto la nostra scelta e grazie a quante altre realtà decideranno di fare lo stesso. Sono i piccoli gesti, che se condivisi, contribuiscono alla costruzione di un mondo migliore».

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