Marijuana legale, Cristian Filippo: «Io senza terapia dal 2019»

Per combattere la fibromialgia avrebbe bisogno di prodotti a base di marijuana, ma la Calabria è una delle tre regioni italiane, insieme a Valle d’Aosta e Molise, che non ha recepito le indicazioni del Ministero della Salute sulle modalità di dispensazione e somministrazione di tali tipologie di farmaci. Per questo Cristian Filippo ha deciso di coltivare in casa due piantine di cannabis per consumo personale ad uso terapeutico. Una scelta che potrebbe costargli adesso fino a sei anni di reclusione. Denunciato dalle forze dell’ordine è finito sotto processo davanti ai giudici del tribunale di Paola per coltivazione illecita e detenzione di sostanza stupefacente per cessione a terzi.

Difeso dall’avvocato Gianmichele Bosco del Foro di Catanzaro, la sua posizione è sostenuta dagli esponenti della campagna pubblica Meglio Legale, dal collettivo Filo Rosso e da Arci Cosenza in presidio davanti al palazzo di giustizia, nella mattinata di oggi, 5 maggio, in concomitanza con una delle udienze. La giudice Carla D’Acunzo ha sentito il maresciallo dei carabinieri Fabio Attanasio, che aveva operato la perquisizione, e la dottoressa Mary Angela Siciliano, medico curante del giovane.

«Oggi abbiamo sentito il carabiniere – ha detto l’avvocato Bosco – che ha fatto la perquisizione a seguito della quella Cristian Filippo erano stato posto ai domiciliari. Ora siamo alle fasi conclusive di questo processo. Come teste a discarico abbiamo udito la dottoressa Siciliano che ha in cura Cristian e che ci ha spiegato in maniera chiarissima la necessità del paziente». «Non si parla solo di giustizia per Cristian – ha sostenuto Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio legale e componente del Comitato Cannabis Legale – ma il fatto che in una regione come la Calabria tribunali e forze dell’ordine siano impegnate a perseguire un paziente invece che la ‘ndrangheta è un problema per tutti».

Presente anche il consigliere regionale calabrese Ferdinando Laghi il quale ha preannunciato l’imminente deposito di una proposta legislativa a Palazzo Campanella che colmi questo vuoto normativo. «Rifarei le stesse cose – ha dichiarato Cristian Filippo – Sono nella stessa condizione del 2019: ancora senza una terapia ufficiale. Il tempo è scaduto, non possiamo più aspettare. Non posso mettere in stand-by il dolore e aspettare che il Parlamento decida». Ecco l’intervista rilasciata al nostro network