venerdì,Marzo 29 2024

Sanità, Guccione: «Senza una ricognizione del debito non ci sarà nessun passo avanti»

Il responsabile Salute del Pd per il Mezzogiorno sulle riunioni del Tavolo Adduce a Roma: «Bisogna bloccare il meccanismo che ha prodotto la perdita e lo Stato dovrà farsene carico»

Sanità, Guccione: «Senza una ricognizione del debito non ci sarà nessun passo avanti»

Sulla sanità il presidente della Regione Roberto Occhiuto, nel suo ruolo di commissario ad acta, ha promesso un nuovo corso e sono tanti – specie nei territori in questi anni più bistrattati dal punto di vista dei servizi legati alla salute – ad aspettare che dalle riunioni romane in corso sorga l’alba di un nuovo giorno. Il Tavolo Adduce si riaggiornerà mercoledì prossimo, 18 maggio: in ballo la ridefinizione della rete ospedaliera calabrese, sotto la lente il conto economico regionale.

E proprio sui conti punta il dito il responsabile Salute del Pd per il Mezzogiorno, Carlo Guccione, che ieri in un incontro sul tema è stato netto: da qui, dalla quantificazione del debito e dal blocco del meccanismo che lo ha prodotto passa tutto. Senza questo, per la sanità calabrese non può esserci alcuna alba. Quella che attendono gli operatori sanitari in prima linea, nella rete dell’emergenza-urgenza, alle prese con problemi che impediscono il normale svolgimento del servizio. Emblematico il caso del pronto soccorso dello spoke di Corigliano-Rossano, dove gli allarmi e gli episodi preoccupanti sono ormai all’ordine del giorno. Quella che attendono i cittadini dei territori in cui gli ospedali sono stati chiusi 12 anni fa, come a Cariati dove i battaglieri Comitati uniti per il “Vittorio Cosentino” intendono proseguire la lotta per la riapertura fino a che le loro rivendicazioni non saranno soddisfatte con i fatti.

«La Calabria, dopo 13 anni di commissariamento, continua ad essere sottoposta al Piano di rientro che prosegue attraverso l’adozione di un nuovo Programma operativo 2022-2023» ha dichiarato Guccione ad “Agorà democratiche”, a Vibo Valentia, nel corso di un dibattito intitolato “La sanità si cura”.

«La struttura commissariale, con protocollo 169 del 4 agosto 2021, ha trasmesso la bozza del Programma operativo ai Ministeri della Salute, dell’Economia e delle Finanze per la valutazione – ha proseguito l’esponente del Pd – ma nonostante le riunioni del Tavolo Adduce, tenutesi a dicembre 2021 e aprile 2022, non è stato approvato. Anzi sono state riscontrate diverse criticità».

E ancora: «Senza l’adozione del Programma operativo 2022-2023 non è possibile attivare il Piano straordinario Calabria per l’assunzione di personale medico, sanitario e sociosanitario anche nel settore dell’emergenza-urgenza, in deroga ai tetti di spesa, né utilizzare le risorse del Contributo di solidarietà stanziate, in base al decreto-legge 150/2020 (Decreto Calabria), al fine di supportare gli interventi di potenziamento del servizio sanitario regionale stante la grave situazione economico finanziaria e sanitaria presente nella Regione. In particolare, sessanta milioni è la cifra accantonata per ciascuno degli anni 2021, 2022, 2023 per il contributo di solidarietà a favore della Calabria».

E «tutto calabrese», ha sostenuto ancora Guccione, è il «paradosso» seguente:  «La nostra è l’unica regione in cui diminuisce la spesa per il personale: “In merito al costo del personale sull’intero Ssr e per singolo ente del Ssr si rileva – viene riportato nel verbale del Tavolo Adduce – la gravità della circostanza che durante l’anno 2020, anno caratterizzato dalla pandemia, vi è stata una diminuzione del costo del personale pur essendo state preordinate risorse aggiuntive straordinarie per la pandemia”».

«La ricognizione del debito della sanità calabrese – ha sottolineato – è dirimente a qualsiasi tentativo di uscire dal Piano di rientro. In Calabria il problema non sono le risorse, anzi ne abbiamo fin troppe. Quello che rischia di portare a un punto di non ritorno la sanità calabrese sono i ritardi che scaturiscono da una incapacità gestionale e da una pubblica amministrazione non all’altezza».

Insomma, i passi avanti vanno fatti con ordine e cognizione di causa. «Come si può pretendere – ha affermato infatti Guccione – di risanare il debito sanitario, sicuramente superiore a quello che nel 2009 ha portato la Calabria al commissariamento, se non riusciamo neanche a quantificarlo o a bloccare il meccanismo che continua a produrre ulteriore debito?».

E ha concluso: «Una cosa è certa: lo Stato è in debito con i calabresi. Ecco perché lo Stato dovrà farsi carico del debito che ha maturato in questi 13 anni di commissariamento della sanità calabrese attraverso interventi e procedure che portino all’azzeramento dello stesso».