giovedì,Marzo 28 2024

«Scimmie calabresi»: frasi razziste nel video di un tifoso del Vicenza. Chiesto l’intervento della Procura

Il filmato è comparso su YouTube dopo il match della squadra veneta con il Cosenza. La denuncia del presidente dell'associazione Legalità Democratica Maximiliano Granata: «Questi fatti non possono essere assolutamente tollerati»

«Scimmie calabresi»: frasi razziste nel video di un tifoso del Vicenza. Chiesto l’intervento della Procura

«In questo ore sta circolando un video su You Tube della partita Vicenza-Cosenza, dal titolo scimmie calabresi, dove un tifoso del Vicenza da identificare incita alla violenza con un filmato che riporta frasi del tenore “morite terroni di merda, riccaciamoli in Africa, scimmie calabresi, bomba in Calabria, la Calabria è mafia”».

Lo dichiara in una nota il presidente dell’associazione Legalità Democratica, l’avvocato Maximiliano Granata, denunciado il video in cui un tifoso veneto, nel corso della partita Vicenza-Cosenza valida per i playout di Serie B, fa della discriminazione territoriale nei confronti di Cosenza, dei cosentini e della Calabria tutta.

«Ritengo – scrive Granata – che la Procura della Repubblica di Vicenza, dopo aver acquisto il video che sta diventando virale e sta suscitando l’indignazione dei cittadini calabresi e cosentini, proceda celermente, per verificare se sussistono fatti previsti dalla legge come reato e nello specifico se sussiste la violazione dell’art. 414 del codice penale, istigazione a delinquere. Valuteremo l’opportunità di presentare un esposto denuncia argomentato da inviare al procuratore della repubblica di Vicenza e per conoscenza al ministero della Giustizia, descrivendo quello che è avvenuto. Questi fatti non possono essere assolutamente tollerati».

Le reazioni

Sul caso interviene il senatore di Italia Viva Ernesto Magorno: «”Scimmie calabresi”. Il video di un tifoso del Vicenza pieno di parole d’odio nei confronti dei tifosi del Cosenza e, più in generale, della Calabria è un qualcosa di molto brutto su cui è necessario un intervento degli organi competenti. Per certe cose non esistono giustificazioni».