giovedì,Marzo 28 2024

Loviso: «Cosenza, quel boato del Marulla voglio risentirlo ancora»

Il centrocampista fu decisivo in Cosenza-Sudtirol. Ora tiferà da casa per i rossoblù: "So già che soffrirò come un pazzo".

Loviso: «Cosenza, quel boato del Marulla voglio risentirlo ancora»

Massimo Loviso, una stagione a Cosenza, per rimanere nel cuore di tutti. Così è quando si vince. Soprattutto se i tuoi calci piazzati, regalano due gol nella partita più importante dell’anno. In quel CosenzaSudtirol del 2018, il centrocampista rossoblù, entrò dalla panchina regalando dapprima l’assist a Baclet su punizione e poi inducendo all’autogol Frascatore grazie al suo corner. Oggi Loviso, classe 1984, gioca ne L’Aquila, in Eccellenza, ma da San Benedetto del Tronto, dove si è stabilito, segue sempre il “suo” Cosenza.

Max, il Cosenza vuole regalarsi un’altra notte magica come quella di 4 anni fa contro il Sudtirol. Che sensazioni ha in vista del match contro il Vicenza?
«Ho visto la partita d’andata ovviamente. Il Cosenza ha fatto la partita che doveva fare. Il match si è perso all’ultimo per un episodio ma la squadra c’è e con Bisoli ha ritrovato anche quella cazzimma necessaria per provare a salvarsi in un campionato difficile come la Serie B. Ho visto diverse partite dei lupi nell’ultimo periodo e devo dire che i miglioramenti sono stati netti. Ho buone sensazioni e spero che tutto vada per il meglio».

Sarà più facile con l’aiuto di 20.000 tifosi o c’è il rischio che qualcuno possa sentire troppo la pressione?
«Ho avuto la fortuna di giocare per tanti anni della mia carriera in stadi sempre pieni. Ma io quel boato che ho sentito a Cosenza durante e dopo la partita contro il Sudtirol ce l’ho ancora negli occhi e nel cuore. Scorre un brivido sulla mia pelle quando ci penso. Anche solo dalla tv mi piacerebbe risentirlo. Sarebbe speciale anche per i calciatori in campo. Il pubblico di Cosenza è unico e la loro spinta si sente eccome. Non bisogna scoraggiarsi però se durante la partita arriverà anche qualche mugugno. Lì dev’esserci la maturità necessaria nel capire che è solo un momento di rabbia per l’andamento del match».

Questa stagione si può paragonare alla vostra? Un campionato di grande sofferenza ma poi una gioia immensa nella post-season.
«Noi quell’anno siamo partiti per provare a vincere in un girone con tante corazzate come Lecce, Trapani, Catania giusto per citarne qualcuna. Siamo stati bravi tutti quanti a mantenere il gruppo unito e ad avere unità di intenti anche quando le cose non andavano. Poi dopo la partita contro il Rende (ko 0-3 in casa, ndr) è scattato anche qualcos’altro in noi. Un senso di rivalsa, di rabbia, che ci ha fatto andare oltre ogni aspettativa. Siamo stati un tutt’uno: noi, lo staff, la società ed il pubblico. Ed ora questa Serie B conquistata allora si deve fare di tutto per mantenerla».

Dove può vincerla il Cosenza?
«Tutte e due le squadre stanno bene. Anche per il Vicenza raggiungere i play-out è stato un obiettivo come per il Cosenza. Ci vuole una partita di grande pazienza. Senza farsi prendere dalla frenesia. Ma allo stesso tempo, sotto il punto di vista mentale, provare ad essere sempre lucidi perché il gol lo si può trovare anche alla fine. Bisogna ricordare che le partite vanno giocate e si è sempre 11 contro 11 ma sicuramente il pubblico farà la sua parte».

L’unico calciatore di quella squadra del 2018 è Luca Palmiero. Quell’anno lei fu quasi la sua chioccia giocando nello stesso ruolo, quest’anno invece il centrocampista scuola Napoli non ha vissuto una grandissima annata. Ha un messaggio da fargli?
«A Luca io voglio un gran bene. Ci siamo anche sentiti spesso. Quell’anno ho provato a stargli vicino in tutti i modi e, vista la mia maggiore esperienza, a dargli anche qualche suggerimento. Deve stare soltanto tranquillo ed avere fiducia. Ha delle doti immense sia in campo che fuori. E se non è stato quest’anno o non sarà il prossimo, sono certo che uno come lui emergerà ad alti livelli».

Dove e con chi guarderà la partita?
«La guarderò a casa insieme alla mia compagna e faremo il tifo come pazzi. Già all’andata è successa la stessa cosa. So già che sarà una sofferenza ma spero che finisca come tutti quanti noi vogliamo: iamu lupi!».

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