Cetraro, il sindaco spegne il microfono a Teresa Merante. Saltato il live di stasera
Il primo cittadino giustifica il provvedimento con la mancanza di autorizzazione del suolo pubblico
La città di Cetraro ancora nella bufera. Stavolta a turbare gli animi dei cittadini sono le polemiche per la partecipazione della cantante folk Teresa Merante ai festeggiamenti di San Camillo de Lellis, che si terranno stasera nella contrada San Pietro, dove sorge la parrocchia San Michele Arcangelo. Il concerto, invece, è annullato. A poche ore dall’evento il sindaco Ermenno Cennamo ha disposto l’annullamento per «assenza di provvedimenti autorizzativi». Questo risulta dal documento protocollato che il sindaco ha inviato in giornata alla Polizia Municipale, alla stazione dei Carabinieri e alla tenenza della Guardia di Finanza di Cetraro, alla questura di Paola e al Prefetto di Cosenza.
Lo sdegno di Libera
Prima che la notizia dell’annullamento del concerto diventasse nota, il presidio territoriale di Libera “Lucio Ferami”, aveva diramato un comunicato stampa per esprimere il suo sdegno. «Siamo alle solite! – si legge nel post Facebook – Anche questa volta ci vediamo costretti a denunciare le ataviche contraddizioni di questa nostra terra di Calabria. Questa sera, a Cetraro si esibirà la discussa cantante folk Teresa Merante. Le sue canzoni, a dir poco controverse, come “spara alla polizia” “u latitanti”, si possono interpretare (e molti a dire il vero le interpretano in tal senso), come una sorta di incoraggiamento o di esaltazione alla ‘ndrangheta o comunque a quegli atteggiamenti mafiosi davvero a volte difficili da sradicare nella mentalità e negli atteggiamenti di molte persone».
Le polemiche
Com’è noto, la città di Cetraro combatte da quarant’anni contro il crimine organizzato che, a detta della magistratura, toglie ossigeno all’interno comprensorio del Tirreno cosentino. «Un concerto davvero assurdo – continua la nota di Libera -, soprattutto perché accade subito dopo i gravi fatti di sangue legati al contesto mafioso locale che ha visto il barbaro attentato a colpi di Kalashnikov a Guido Pinto, che auspichiamo possa tornare presto all’affetto dei suoi cari. Ancora più contraddittorio ci sembra l’evento organizzato all’indomani dei funerali di Amedeo Ricucci, celebrati nella sua Cetraro, un professionista serio, coraggioso e libero, che si è speso totalmente per informare tutti noi sui teatri internazionali più cruenti delle guerre e della fame degli ultimi trent’anni. Amedeo stava lavorando su un reportage proprio sulla ‘ndrangheta in Calabria, con quella parresia che lo contraddistingueva, l’ha sempre fronteggiata con le armi dell’informazione e dell’educazione nelle scuole e con tantissimi giovani, facendo spesso e senza alcun timore, nomi e cognomi». Poi gli attivisti antimafia concludono: «Auspichiamo che l’Amministrazione comunale, la chiesa locale e l’intera società civile, sappiano prendere le giuste distanze dall’evento, attuando quelle azioni amministrative e civili che il caso richiede».
La reazione del Comune
Ma l’amministrazione comunale, nel frattempo, era già corsa ai ripari. «In merito all’evento – si legge nella dispositivo a firma del sindaco -, non è pervenuta alcuna richiesta di occupazione del suolo pubblico, né è stata presentata allo sportello Suap alcuna pratica (Scia) di manifestazioni di pubblico spettacolo, e intrattenimento pubblico o aperto o esposto al pubblico». Di qui la decisione immediata «di porre in essere ogni adempimento necessario al fine di evitare che l’evento possa svolgersi».