giovedì,Marzo 28 2024

Cosenza, 8 secoli di storia nel racconto di luce sulla facciata del Duomo di Cosenza

Lo spettacolo audiovisivo “MCCXXII - 2022, Sacra Domus: l'abbraccio mai perso” animerà la cattedrale per tre giorni

Cosenza, 8 secoli di storia nel racconto di luce sulla facciata del Duomo di Cosenza

Nell’ambito delle celebrazioni giubilari, il Duomo di Cosenza per tre sere consecutive diventerà palco e protagonista di un racconto di luce. Il 26, 27 e 28 luglio alle 22 saranno proiettate sulla facciata della Cattedrale le immagini che ricordano otto secoli di storia, nello spettacolo audiovisivo “MCCXXII – 2022, Sacra Domus: l’abbraccio mai perso”.

Uno spettacolo evocativo e inedito per contenuti e tecniche scenografiche, in cui diventano protagoniste le emozioni, che grazie alla maestria di proiezioni ad effetto, la sapiente combinazione di suoni, colori, forme e parole, animeranno in modo unico e davvero suggestivo, la facciata del Duomo.

L’evento, promosso dall’ associazione 8centoCosenza aps, ha coinvolto il trio di professionisti Giancarlo Sciascia curatore indipendente, Giovanni D’Aloia di Kinovan srl e Donato Maniello di Studio Glowarp, che ha realizzato lo spettacolo audiovisivo basato sulla tecnologia della Spatial Augmented Reality.

«L’idea di questo racconto di luce nasce dalla volontà di emozionare la cittadinanza e rinnovare il legame profondo che la lega alla Cattedrale – dichiara Giancarlo Sciascia –. E, celebrare 800 anni di storia, non è per noi un esercizio libresco ma una ricerca dei segni nel tempo che descrivono l’abbraccio mai perso».

«Abbiamo così ricostruito una vicenda avvincente – afferma ancora Sciascia – grazie alla quale immedesimarsi e vedere con altri occhi la Chiesa Madre. Sono convinto del fatto che la relazione con il patrimonio culturale mentre ristabilisce o arricchisce il contatto con il nostro passato, dandoci radici e identità più forti, allo stesso tempo ci permette di leggere il presente e guardare al futuro con un atteggiamento più attivo e fiducioso».

«La produzione di un’opera multimediale che utilizzi sistemi di “projection mapping” rappresenta ormai un caposaldo dell’offerta culturale e di intrattenimento di tanti comuni dello stivale – aggiunge Giovanni D’Aloia, produttore dell’opera –. Nella maggior parte dei casi la creatività viene indirizzata verso un appagamento degli occhi, teso a stimolare le retine degli spettatori con effetti visivi coinvolgenti ma con uno scarso impianto di narrazione che viene spesso diviso per quadri accomunati da un tema o da un micro-racconto».

«Abbiamo colto con slancio – prosegue D’Aloia – la sfida che ci veniva posta di narrare 800 anni di storia e abbiamo cercato un punto di vista che rendesse scorrevole il modo di raccontare gli episodi salienti e i tesori più o meno nascosti che la Cattedrale cela al suo interno. Per fare questo ci siamo avvalsi della consulenza dei principali esperti locali grazie ai quali abbiamo potuto conoscerne la storia nei minimi dettagli, per poi concentrarci su quello che abbiamo ritenuto utile all’impianto narrativo e all’economia di una sintesi che non poteva e non voleva essere esaustiva. Grazie al coordinamento progettuale di Giancarlo Sciascia e all’esperienza di dominio della Spatial Augmented Reality dell’architetto Donato Maniello ci auguriamo di essere riusciti ad armonizzare uno storytelling efficace con la conoscenza delle innumerevoli bellezze della Cattedrale».

«Quando la Spatial Augmented Reality incontra il bene culturale e lo storytelling, nasce l’Augmented Heritage – afferma il curatore del progetto, Donato Maniello –. L’Augmented Heritage è un approccio in cui la tecnologia consente di vivere un’esperienza che genera un contatto diretto col bene culturale, che non si realizza individualmente, ma in modo corale».

«Infatti – aggiunge – durante la visione si è naturalmente condotti a condividere opinioni e sensazioni con chi sta vivendo con noi quello spazio, superando quel senso di alienazione ed isolamento che inevitabilmente altre tecnologie producono. L’installazione diventa così uno strumento di lettura e di riappropriazione del luogo, coinvolgendo l’intero ambiente e determinando in questo un mutamento della percezione del bene stesso».

«La sovrapposizione al piano reale di contenuti audio/visuali, evoca nei fruitori mondi fantastici che hanno le loro radici nel bene culturale, con il quale si stabiliscono rapporti tangibili di percezione del suo valore fino a riattribuirgli significati riattualizzati, dandogli così una nuova centralità», conclude Maniello.

La Cattedrale di Cosenza, a 800 anni dalla sua dedicazione, è uno scrigno di storie antiche ancora presenti. E, nel corso di questo viaggio nel tempo, un filo rosso unirà le storie di uomini, donne, imperatori e regine, santi e fedeli, attingendo al patrimonio artistico, culturale e antropologico, per rispecchiare il genius loci.

Attraverso una ricerca dedicata è stato possibile creare uno spettacolo rappresentativo del territorio, della tradizione e dei valori culturali e religiosi che la festa giubilare vuole celebrare.