domenica,Settembre 8 2024

Raggiunto accordo tra gli Stati membri dell’Ue: riduzione del gas del 15%

E' il piano per ridurre i consumi in vista del prossimo inverno. Lo scopo è prepararsi a possibili interruzioni delle forniture da parte della Russia

Raggiunto accordo tra gli Stati membri dell’Ue: riduzione del gas del 15%

Gli Stati membri dell’Ue hanno raggiunto oggi un accordo politico in virtù del quale ridurranno volontariamente la domanda di gas naturale del 15% nel prossimo inverno. L’obiettivo diventa vincolante se viene dichiarato lo stato di allerta Ue. Lo comunica il Consiglio. Lo scopo è prepararsi per possibili interruzioni delle forniture di gas dalla Russia, che “continua ad usare le forniture di energia come un’arma“.

Grazie all’accordo trovato dal Consiglio sul piano per risparmiare gas in vista del prossimo inverno, “siamo pronti ad affrontare la questione della sicurezza energetica su scala europea, come Unione” ha sottolineato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Per il ministro ceco dell’Energia Jozef Sikela, “l’Ue è unita e solidale. La decisione di oggi dimostra chiaramente che gli Stati membri staranno in piedi contro qualsiasi tentativo della Russia di dividere l’Ue usando le forniture di energia come arma. Adottare in tempo la riduzione del consumo di gas rafforza indubbiamente la nostra sicurezza energetica. Risparmiare gas ora aumenterà il nostro stato di preparazione. L’inverno sarà più economico e facile per i cittadini e l’industria dell’Ue”. Gli Stati membri hanno concordato di ridurre la loro domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio negli ultimi cinque anni nel periodo dal primo agosto 2022 al 31 marzo 2023, con misure “di loro scelta”. Il Consiglio ha specificato alcune deroghe ed esenzioni, tenendo conto le situazioni particolari dei singoli Paesi.

Anzitutto ha concordato che gli Stati membri che non sono connessi alle reti di gasdotti di altri Stati (come Spagna e Portogallo) saranno esentati da riduzioni obbligatorie, dato che non potrebbero comunque liberare volumi significativi di gas a beneficio d altri Paesi, perché sarebbe difficile trasportarli. Anche gli Stati le cui reti elettriche non sono sincronizzate con il sistema elettrico europeo e sono pesantemente dipendenti dal gas (cioè i Paesi baltici) sono esentati dall’obbligo, per evitare il rischio di una crisi nella fornitura di elettricità. Gli Stati membri possono chiedere una deroga per adattare gli obblighi di riduzione della domanda se hanno interconnessioni limitate con altri Paesi, se possono dimostrare che i loro gasdotti per l’esportazione o i loro rigassificatori sono utilizzati per ridirigere il gas verso altri Stati.

I Paesi possono chiedere deroghe anche se hanno superato gli obiettivi di riempimento delle scorte, se sono pesantemente dipendenti dal gas come materia prima per alcune industrie o se il loro consumo di gas è aumentato di almeno l’8% nello scorso anno rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Gli Stati hanno anche concordato di rafforzare il ruolo del Consiglio nella dichiarazione dello stato di allerta (che rende obbligatori i target) che verrà decretato dal Consiglio con una decisione attuativa, su proposta della Commissione. Quest’ultima presenta la proposta in caso di concreto rischio di grave carenza di gas, in presenza di una domanda di gas eccezionalmente elevata o se almeno cinque Paesi che abbiano dichiarato l’allerta a livello nazionale ne fanno richiesta.

Al momento di scegliere le misure per risparmiare gas, gli Stati hanno concordato di dare la priorità a disposizioni che non colpiscano direttamente i clienti tutelati, come le famiglie e i servizi essenziali come i servizi sanitari e la difesa.

Tra le misure possibili figurano la riduzione del gas consumato per produrre elettricità, incentivi alle industrie perché cambino combustibili, campagne di informazione per la popolazione, obblighi mirati di ridurre il riscaldamento e l’aria condizionata e misure di mercato come le aste tra società private. Gli Stati aggiorneranno i piani di emergenza e riporteranno regolarmente alla Commissione sul progresso dei piani per risparmiare energia.

Il regolamento del Consiglio che decide tutte queste misure è uno strumento “eccezionale” e avrà quindi una durata limitata ad un anno: la Commissione porterà a termine la revisione della situazione delle forniture di gas nell’Ue entro maggio 2023. Il testo verrà adottato per procedura scritta nei prossimi giorni.

Cingolani: «Scorte di gas in Italia sopra 70%»

Le strutture per lo stoccaggio di gas naturale dell’Italia “hanno superato il 70%” del livello di riempimento, andando “verso il 71%” e le operazioni proseguono in maniera “fluida”. Lo dice il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, intervenendo al Consiglio Energia straordinario a Bruxelles. L’Italia, aggiunge, ha reperito “25 miliardi di metri cubi da diversi fornitori, che hanno sostituito circa 30 miliardi di metri cubi dalla Russia”. “La metà di queste nuove forniture sono gas naturale liquefatto. Per questa ragione abbiamo comprato due strutture galleggianti per la rigassificazione, che saranno installate nei prossimi 12-24 mesi“.

I RISPARMI – Il governo ritiene che l’Italia “entro l’inizio dell’inverno sarà quasi indipendente dalla fornitura” di gas naturale “dalla Russia ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza alcuna dipendenza dalle forniture russe“.

Le energie rinnovabili in Italia hanno subito una “massiccia accelerazione: nei primi sei mesi del 2022 abbiamo avuto richieste di connessioni per nuove stazioni di produzione da rinnovabili per 9 gigawatt. Ora il fattore limitante non è l’investimento, ma la carenza di pannelli solari e di materie prime”. “Giusto per dare un’idea, malgrado tutta questa capacità, dovremo spalmarla tra il 2023 e il 2024 perché i pannelli non verranno consegnati prima di fine anno. Ma l’aspetto positivo è che l’azione si è davvero accelerata per quanto riguarda le rinnovabili, i carburanti sintetici e il biogas”.

L’obiettivo Ue di risparmio del gas inizialmente “era un 15% uguale per tutti, che era un po’ complicato, adesso è stato specializzato Paese per Paese. Nel caso dell’Italia, con le regole sviluppate, dovremmo risparmiare il 7% rispetto alla media dei gas annuali per gli ultimi cinque anni. Noi abbiamo già previsto un piano di risparmio che è uguale o superiore a questo numero. Già le nostre azioni adottate per l’Accordo di Parigi sono compatibili con questo piano. Ci riteniamo soddisfatti”. “Il 15% – continua – viene calcolato su una base imponibile che dipende dalle situazioni energetiche di ciascun Paese. C’è una forbice che consente di risparmiare da 30 a 45 miliardi di metri cubi”. Poi, se non dovesse bastare, “bisognerà fare di più”, ma per ora quella forchetta viene ritenuta sufficiente.

IL PIANO EUROPEO – Il piano Ue che fissa obiettivi per il risparmio di gas “è una misura corretta, perché tutti dobbiamo risparmiare. Ora bisognerà anche pubblicizzare a livello dei cittadini e in generale di tutti, perché capite che non è che si può andare a vedere in ogni casa che uno tenga il termostato un grado sotto l’anno scorso, quindi bisogna fare un pochino di comunicazione”.

L’Italia non riconvertirà al carbone alcun impianto per la produzione di energia elettrica. “Noi non riconvertiamo niente – dice – il nostro piano è già stato fatto a maggio: utilizziamo le nostre centrali a carbone, quelle ancora in funzione un po più di quello che avremmo previsto“, cioè per un periodo compreso “fra 12 e 24 mesi, dipende dalla situazione”. “Faccio presente – aggiunge – che l’impatto ambientale di questo utilizzo è ampiamente compensato dalla crescita delle rinnovabili nei primi sei mesi siamo già a svariati gigawatt. Per cui, insomma, questo è un rischio calcolato. Per altri Paesi forse è un po’ diverso, ma ognuno dovrà vedere un po come fare il suo energy mix in casa” conclude.

fonte: Adnkronos

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