giovedì,Marzo 28 2024

Arrivano i rinforzi da Cuba ma intanto i nostri medici rischiano la vita. La denuncia di Laghi

A Trebisacce il primario è stato colpito da infarto dopo due turni massacranti. Il consigliere: «Uno stress emotivo che pesa sulla sicurezza pubblica»

Arrivano i rinforzi da Cuba ma intanto i nostri medici rischiano la vita. La denuncia di Laghi

Mentre il governatore Roberto Occhiuto annuncia l’arrivo dei rinforzi sanitari da Cuba, con la notizia anticipata da LaC poi smentita e poi confermata proprio ieri (arriveranno in Calabria 500 medici) a queste latitudini il sistema è talmente allo stremo che i nostri camici bianchi rischiano la vita. È accaduto a Trebisacce dove il primario del Pronto Soccorso è stato colpito da un infarto dopo due turni di guardia consecutivi.

«Il personale sanitario continua a pagare prezzi altissimi, in termini di salute personale, per la desertificazione della sanità pubblica in Calabria. Voglio esprimere solidarietà e vicinanza al primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Trebisacce” ha dichiarato il capogruppo alla Regione di “De Magistris Presidente”, Ferdinando Laghi.

«Tecnicamente, con termine inglese, si chiama “Sindrome da burn-out”, ovvero “bruciarsi, esaurirsi”, ed indica uno stato di esaurimento emotivo, fisico e mentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) la classifica come una forma di stress lavorativo che non si è in grado di gestire con successo. E come si potrebbe, viste le condizioni in cui versa la sanità calabrese?! -continua il consigliere Laghi-. E per un caso clamoroso come quello dell’ospedale di Trebisacce, quanti altri – e sono tanti!- non hanno la ribalta mediatica ma si consumano giornalmente, sulla pelle di chi cerca di dare un senso alle parole “diritto alla salute”? Un plauso va certamente al direttore sanitario di Trebisacce, Antonio Adduci, al sindaco, Sandro Aurelio, e al commissario Asp, Antonello Graziano, per aver concertato tempestivamente una soluzione emergenziale che impedisse la chiusura di un servizio nodale, come il Pronto soccorso. Ma, ovviamente, non è certo questa la strada per dare le dovute e quotidiane risposte di salute ai cittadini, senza per questo sacrificare quella dei pochi operatori rimasti».

«In questi giorni l’Asp di Cosenza presenterà alla Regione i fabbisogni di personale sanitario, in primo luogo per i tre Spoke provinciali. Un’occasione per definire e programmare una sanità diversa e migliore. Che ovviamente deve prevedere uguali diritti e uguali risorse sull’intero territorio provinciale – conclude Laghi-. Senza differenze tra figli e figliastri. Ma già da subito bisogna accelerare i tempi non solo per bandire ma anche per portare a compimento i concorsi, per un effettivo ingresso in servizio di nuovo personale sanitario. Su tutto questo, noi vigileremo».