venerdì,Marzo 29 2024

Cannabis terapeutica, è legge la proposta del consigliere regionale Laghi

Approvata all'unanimità dai membri di Palazzo Campanella. Il capogruppo di De Magistris Presidente: «Colmiamo una grossa lacuna del Sistema sanitario regionale»

Cannabis terapeutica, è legge la proposta del consigliere regionale Laghi

La proposta di legge sulla cannabis terapeutica, avanzata dal consigliere e capogruppo in Consiglio regionale per De Magistris Presidente, Ferdinando Laghi, è stata approvata ieri in Consiglio regionale. La Calabria entra perciò finalmente nel novero delle regioni che seguono le indicazioni della normativa nazionale, mettendo a carico del Servizio sanitario regionale i preparati terapeutici a base di cannabis. Una legge, questa, volta a restituire sollievo e dignità a malati con numerose e gravi patologie, nei quali i trattamenti consueti non abbiano efficacia o siano gravati da eccessivi effetti collaterali negativi.

La proposta è stata sottoscritta da tutti i componenti della III Commissione regionale permanente, a partire dal presidente Comito che si è adoperato attivamente per migliorarne la formulazione e velocizzarne il percorso.

Il consigliere Laghi, relatore in aula del provvedimento, a margine della sua relazione, ha dichiarato: «L’approvazione di questa legge va a colmare una grossa lacuna nell’ambito del Sistema sanitario regionale, ossia la rimborsabilità di un farmaco estremamente importante per tutta una serie di gravi patologie. L’efficacia è soprattutto legata all’effetto antidolorifico in situazioni cliniche come sclerosi multipla, lesione del midollo spinale e dolore cronico, ma questo farmaco dà anche grande giovamento per il suo effetto antiemetico in pazienti in chemioterapia, oltre a stimolare l’appetito in varie forme di anoressia, compresa quella nervosa. La cannabis, inoltre, può essere adoperata anche nell’ambito oculistico – glaucoma resistente alle terapie convenzionali – e per pazienti affetti dalla sindrome di Gilles de la Tourette. Una serie di malattie assai ampia per le quali i pazienti possono ricorrere alla cannabis ove i trattamenti tradizionali siano non utilizzabili perché inefficaci o gravati da gravi effetti collaterali». 

«Il voto unanime del Consiglio regionale – conclude Laghi – scevro da ogni appartenenza politica, apporta ancor più valore ad un provvedimento che si propone di tutelare non soltanto il diritto alla salute dei calabresi, ma anche di eliminare odiose disparità e diseguaglianze tra chi finora ha potuto acquistare questa tipologia di farmaci e chi invece ne ha dovuto fare a meno per le proprie condizioni economiche, magari ricorrendo a iniziative illegali – seppur dettate dallo stato di necessità – correndo così rischi anche di natura giudiziaria».