Anziano morto in un incidente a Lattarico, in aula i consulenti medico-legali
Sotto accusa due dirigenti della Provincia di Cosenza per la cattiva manutenzione della Strada provinciale 94, teatro del sinistro avvenuto nel 2016
La morte di Franco Maierà, avvenuta il 7 ottobre del 2016, fu «improvvisa e inaspettata» o conseguenza diretta dell’incidente stradale avvenuto tre giorni prima sulla Strada provinciale 94 in territorio di Lattarico? L’interrogativo si è riproposto stamane durante il processo che vede due dirigenti della Provincia alla sbarra per l’omicidio colposo del settantottenne originario di Rota Greca precipitato con la sua auto in fondo a un dirupo.
In aula sono stati sentiti i consulenti medico-legali Caruso e Vercillo, nominati rispettivamente da Procura e parte civile, che hanno ripercorso i temi da loro già esplorati durante la precedente inchiesta, quella che vedeva indagati alcuni medici del Pronto soccorso di Cosenza. In origine, infatti, si riteneva che l’anziano fosse deceduto per le cure poco tempestive, se non del tutto errate, da lui ricevute in ospedale dopo l’incidente.
Alla fine, però, le accuse contro i medici erano state archiviate anche sulla scorta delle risultanze medico-legali, e le indagini si erano concentrate su un’altra pista: quella della cattiva manutenzione della strada. La Sp 94, infatti, presentava buche e avvallamenti oltre a essere sprovvista di guard rail proprio nel tratto incriminato, nei pressi di Regina. È lì che quel giorno lo sfortunato Maierà perde il controllo della sua Panda e precipita in un fossato dopo un volo di sette metri. Vi resterà per diverse ore prima dell’arrivo dei soccorsi, e dopo tre giorni di agonia il suo cuore cesserà di battere.
L’audizione di Caruso e Vercillo è servita a riannodare i fili di un discorso che entrerà nel vivo il prossimo 13 febbraio, con le testimonianze dei consulenti tecnici, sempre di Procura e parte civile, relative proprio allo stato dei luoghi in cui si verificò l’incidente. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Chiaia e Nicola Rendace, a rappresentare i familiari della vittima c’è l’avvocato Dorothy De Cicco.