venerdì,Marzo 29 2024

«A Cosenza c’è un’unica associazione dedita al narcotraffico»

Il pentito alla Dda di Catanzaro: «Nei periodi in cui si spacciava di meno, cercavamo le persone che facevano il "Sottobanco"»

«A Cosenza c’è un’unica associazione dedita al narcotraffico»

Uno dei temi investigativi principali dell’ultima indagine antimafia della Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta cosentina, è senza dubbio il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Parliamo del narcotraffico, contestazione che ha retto totalmente davanti al Riesame di Catanzaro, ad eccezione di qualche posizione minore che ha ottenuto un pronunciamento cautelare favorevole da parte dei giudici del Tdl.

Il cosiddetto “Sistema” era stato spiegato abbondantemente dal collaboratore di giustizia Celestino Abbruzzese, detto “Claudio“, alias “Micetto“, già condannato per narcotraffico nel’indagine della Squadra Mobile di Cosenza, denominata “Job Center“. Abbruzzese, com’è noto, fa parte della famiglia dei “Banana“, ovvero il gruppo criminale a capo oggi di uno dei presunti rami mafiosi del clan “degli zingari“, mentre l’altro sarebbe coordinato da Antonio Abruzzese, alias “Strusciatappine”.

Il Riesame, valutando le motivazioni del gip distrettuale di Catanzaro Alfredo Ferraro, ha rimarcato le propalazioni di Celestino Abbruzzese: «Per “Sistema” intendo un accordo tra organizzazioni, come se fosse un’unica associazione dedita al narcotraffico, per evitare di entrare in lite tra organizzazioni diverse, per cui quando qualcuno prende la sostanza da altri vuol dire che c’è quello che noi definiamo “Sottobanco“, tanto è vero che a volte, nei periodi in cui si spacciava di meno, cercavamo le persone che facevano il “Sottobanco“; queste, una volta individuate, venivano punite, picchiate e a loro venivano richieste delle somme di denaro per risarcire il “Sistema“”.

Celestino Abbruzzese ha poi aggiunto: «Questi proventi dal Sottobanco confluivano nella bacinella comune e venivano suddivisi tra i gruppi degli zingari e quelli degli italiani. In buona sostanza ogni spacciatore che “lavora” a Cosenza è vincolato con uno dei gruppi che fa parte del Sistema. In ogni periodo, si sa sempre chi spaccia e per quale gruppo lo fa, in modo che non vi sia spazio per lo spaccio a soggetti esterni al “Sistema“» ha dichiarato il pentito cosentino. «Quando a qualche gruppo manca la sostanza stupefacente, sa di poter contare sugli altri gruppi, gli zingari sugli italiani e viceversa, all’interno delle organizzazioni degli zingari e a quelle degli italiani ci sono diversi sottogruppi, ma tutti partecipano di quella che può essere considerata una sola grande organizzazione secondo l’accordo che prevede la creazione del “Sistema“» ha concluso “Micetto” Abbruzzese.

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