sabato,Gennaio 25 2025

Caso Bergamini, tre testimoni minori… aspettando Pisano

Riparte oggi il processo contro Isabella Internò con un'udienza cuscinetto che anticipa di una settimana l'ingresso in aula del camionista che investì Denis

Caso Bergamini, tre testimoni minori… aspettando Pisano

Il processo contro Isabella Internò, la donna accusata di aver ucciso Donato Bergamini, riprende oggi in Corte d’assise con un’udienza “cuscinetto” in vista di quella ben più importante in programma fra una settimana. Sul banco dei testimoni, saliranno Emilia Tropea, Ylenia Manfredi e Giovanni Anselmo in quella che si configura già come una rapida successione.

La padrona di casa

Tropea è la proprietaria dell’appartamento di Città 2000 nel quale il calciatore dimorò insieme al suo compagno di squadra Michele Padovano nei suoi ultimi due mesi di vita, da settembre del 1989 fino al tragico e fatale 18 novembre. Sentita a sommarie informazioni ad aprile del 2018, nulla ricorda di quei suoi inquilini così famosi, ma la Procura di Castrovillari ha inteso convocarla ugualmente in aula.

La figlia dell’avvocato

Ylenia Manfredi è la figlia di Giannetto Manfredi, uno degli avvocati che nel 1991 rappresentò la società del Cosenza calcio nel processo contro il camionista in quei giorni imputato per omicidio colposo. Ylenia, che all’epoca era minorenne, assistette da imbucata alle udienze nella Pretura di Trebisacce, e rievocherà le suggestioni percepite in quell’aula da lei allora ragazzina.

Vecchie intercettazioni

Anselmo, solo omonimo dell’avvocato di parte civile, è un perito che si occupa di consulenze tecniche forensi, e a lui durante le indagini la Procura ha assegnato il compito di trascrivere alcune intercettazioni ambientali fra l’attuale imputata e suo marito Luciano Conte. Si tratta di dialoghi risalenti al 2013 e già vagliati nella vecchia inchiesta archiviata un anno più tardi.

Il clou fra sette giorni

Tre formalità, dunque, in attesa del 24 novembre, giorno in cui sul banco dei testimoni potrebbe salire finalmente l’ormai ottantacinquenne Raffaele Pisano. Si tratta dell’autotrasportatore rosarnese che investì Denis, a lungo inseguito dal sospetto di essere parte integrante di una cospirazione omicidiaria. Com’è noto, diverse evidenze hanno dimostrato come, in realtà, fosse solo un camionista che passava di lì per caso, tant’è che persino i magistrati che nel 2017 hanno riaperto il caso hanno poi rinunciato a tentare di incriminarlo. Tuttavia, a loro avviso «mente» quando afferma di aver avvistato Bergamini in posizione eretta, quella sera sulla Ss 106, un attimo prima che lo stesso finisse sotto le ruote del suo camion.

Testimonierà?

Le indagini non hanno chiarito quale fosse il suo interesse a nascondere la verità per così tanti anni. Anzi, al riguardo gli inquirenti non hanno mai formulato neanche un’ipotesi, vedremo se ne avanzeranno una in diretta fra sette giorni. Sempre ammesso che vogliano sentirlo. Molto dipenderà infatti da come Pisano sarà qualificato nell’ambito del processo: testimone semplice, assistito o imputato di reato connesso? In quest’ultima eventualità, il rosarnese potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. L’altra incognita riguarda la sua presenza in aula. Qualora dovesse marcare visita per motivi di salute, però, è già pronto Michele Padovano. E anche quella sarà un’udienza cruciale.  

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