Mendicino, un cittadino su dieci aiutato dal Reddito. Palermo: «Manca il lavoro»
Il sindaco esprime forte preoccupazione per l'indirizzo del Governo di abolire il RdC entro il 2024: «Da noi è percepito da 367 famiglie, quasi mille persone»
«Da Sindaco sono sempre stato rispettoso delle decisioni assunte da altre Istituzioni della Repubblica, anche quando non le ho condivise, perché se crediamo davvero nella democrazia dobbiamo accettare le decisioni dei governi scelti dal popolo. tuttavia, in questa occasione la notizia annunciata dall’esecutivo nazionale di eliminare il Reddito di Cittadinanza entro il 2024 mi preoccupa e non poco». Lo afferma Antonio Palermo, sindaco di Mendicino, comune dove sono quasi 600 le famiglie che vivono oggi sotto la soglia di povertà e che il reddito ha salvato dalla paura della fame.
«Le famiglie che lo percepiscono sul nostro territorio sono 367 per un totale, dunque, di quasi 1.000 cittadini su 10.000 abitanti aiutati da questo sostegno – spiega il primo cittadino -. Tanti sono stati i cittadini che in questi anni mi hanno raccontato le loro difficoltà, con grande dignità. Da quando in Italia sono stati introdotti, seppur tardivamente, strumenti quali la Carta Sia, il Rei e poi, con un contributo molto più consistente, il RdC, finalmente le famiglie più in difficoltà, specie al Sud, hanno avuto un piatto da mettere a tavola».
Antonio Palermo, oltre che un discorso politico, affronta il tema dal punto di vista etico. «Come ogni strumento, anche il RdC è perfettibile, come anche io sostengo da tempo, e va modificato e migliorato, stante il fallimento delle politiche attive del lavoro in esso previste, per i limiti della figura dei navigator e dei centri per l’impiego. Ma – sentenzia il sindaco di Mendicino – da questo a toglierlo ce ne passa e da Sindaco chiedo al Governo che ci ripensi. Qui in Calabria il lavoro non c’è non perché la gente non voglia lavorare ma perché non c’è lavoro, un lavoro per tutti, un lavoro degno di questo nome, un lavoro retribuito con una paga dignitosa che permetta ad ognuno di realizzarsi. E allora che lo Stato crei, dopo 150 anni di Unità nazionale, le condizioni perché tutto ciò avvenga e solo dopo elimini il RdC per chi può davvero lavorare».