giovedì,Marzo 28 2024

Ripulire le acque

Il pari di Cittadella dimostra l'essenzialità di Florenzi anche nei piani tattici di Viali. E segnala pure, si spera, il recupero di Zilli. Di nessuno dei due il Cosenza può fare a meno. Tantomeno a gennaio.

Ripulire le acque

Il Cosenza ha sofferto tanto negli ultimi anni (…). Ma il punto è che non c’è l’amore necessario affinché si possa far lievitare e crescere questa squadra. (…) Non si possono fare tutti gli anni campionati in cui si aspetta l’aiuto della Dea bendata. Bortolo Mutti ha 68 anni, dal 2016 è fuori dal giro delle panchine e, dunque, non ha interessi personali. Osserva le cose dall’esterno, ma anche dall’interno (avrebbero chiosato Elio e le Storie Tese), e cioè con lo sguardo di chi è stato per tre stagioni allenatore del Cosenza e ha rischiato di portarlo in serie A.

Le sue parole a Pianeta Serie B qualche giorno fa non sono molto distanti dall’analisi che, più volte, ho cercato di fare su Minamò. Decido di partire da qui non per intorbidare le acque, ma per ripulirle. Alla vigilia del ritorno in campo, dopo la pausa, avevo ammonito a non far passi falsi in quel di Cittadella – e, per fortuna, è andata così. Male il primo tempo del Tombolato, come ha ammesso lo stesso Viali; meglio la ripresa. Temo tuttavia che il mese di dicembre, tra le gare casalinghe contro Perugia, Brescia e Ascoli, e le trasferte di Venezia e Cagliari, sarà ancora più difficile del previsto.

La classifica si è accorciata: ora mezzo campionato, quello che ci interessa, è racchiuso in sette punti. Una squadra come il Cagliari viene da quattro pareggi consecutivi. Il Pisa ha inanellato nove risultati utili di fila. Più su, la Ternana, ha esonerato Lucarelli (sostituito con Andreazzoli) nonostante veleggi in piena zona playoff. Dietro di noi Venezia e Perugia hanno battuto un colpo. Insomma, quella serie A2 di cui scrissi a inizio torneo comincia a prendere forma.

Ed è una forma pericolosa e sinistra. Come la intro di Beetlebum dei Blur (a luglio in quel di Lucca, unica data italiana a mezz’ora da casa: vi pare che potevo farmi sfuggire i biglietti?). E com’è il Cosenza senza Nuciddra Florenzi. I suoi strappi, le sue accelerazioni non hanno analogie nella nostra rosa (e pochi eguali altrove), ma è chiaro che un’influenza o una giornata storta possono capitare a tutti. Quindi occhio a non restare senza un piano B. Domenica scorsa Viali è stato bravo a trovare una chiave diversa, inserendo Zilli. E che bello è stato vedere Nina, frettolosamente derubricato da troppi a incompiuta, tornare a volare. Per regalare a Brignola l’assist del pari e poi tracciare a Kornvig addirittura la strada del possibile ribaltone (peccato che il Vichingo l’abbia imboccata contromano).

Il calcio è una faccenda di testa, prima ancora che di piedi. Complice un reparto all’epoca debolissimo, Florenzi si ritagliò già con Zaffaroni una certa insostituibilità. E così Zilli nel finale dello scorso campionato grazie all’occhio lungo di Bisoli, salvo essere poi relegato a ultima scelta da Dionigi. Se Cittadella è stata una rondine isolata oppure l’inizio di una primavera, lo vedremo nelle prossime partite. Certo è che, per riprendere le parole di Bortolo Mutti, l’amore necessario a gennaio si dimostra in un solo modo: con l’assoluta, indiscutibile e non negoziabile incedibilità di questi due elementi. Chiaro? O devo strillare come Damon Albarn?

È su questo che vorrei ripulire le acque, prima di entrare in un mese decisivo per delineare la nostra posizione in campionato e la classifica stessa. Mi giunge voce da Genova che, dopo il cenone di San Silvestro, Gozzi riprenderà la strada di Pegli. Spero dunque che Gemmi sappia trovare anzitutto sulle fasce elementi in grado di essere alternative compiute a Rispoli e Martino. In porta la faccenda è spinosa. Se Marson confermasse le buone prove offerte finora, sarebbe cosa buona e giusta dare a Matosevic l’opportunità di giocare titolare altrove (in prestito) e favorire l’arrivo di un secondo esperto. In difesa le rotazioni sono risicate. Mi pare che Camigliano sfugga ai radar di Viali e, dunque, un altro centrale sarebbe essenziale.

Tra attacco e centrocampo serve chiarezza. È ovvio che da Calò ci saremmo tutti aspettati di più, ma soprattutto che Brescianini fatica a entrare in questa squadra, nonostante buoni mezzi tecnici. Spezzo una lancia in favore di Calò per dire che non è mai stato in carriera un giocatore molto appariscente. Tuttavia, se c’è un momento in cui deve dimostrare di saper prendere le redini della squadra, è ora. Da qui al 26 dicembre.

In attacco mi pare chiara l’intenzione della società di non rinnovare il contratto di Larrivey (mi permetto di suggerire la proposta di un incarico societario). Ok Merola, mentre uno tra Nasti e Butic per me a gennaio è sacrificabile. Brignola continua a non entusiasmarmi, ma mi auguro che la rete di Cittadella entusiasmi almeno un po’ lui e gli restituisca fiducia. D’altra parte, se si è ritrovato persino uno come Graham Coxon…

Si torna in campo al Marulla per due casalinghe di fila e la prima è contro il Perugia. Dopo il ritorno di Castori, gli umbri si confermano altalenanti, ma non sono in tanti ad aver battuto Genoa e Reggina. E tuttavia l’opportunità di lasciare una diretta concorrente sette lunghezze dietro va colta al volo. Per non permettere al fanalino di coda di rialzare la testa, dopo la vittoria di sette giorni fa, e per affrontare noi la sfida col Brescia con maggiore serenità.

Ripulire le acque serve anche a noi, soprattutto in classifica. Non per far voli pindarici, ma per dare qualche scossa nel mucchione. Bortolo Mutti può avere ragione o no (per me, ne ha da vendere), ma il punto resta questo: in cinque anni di serie B il Cosenza non ha mosso un passo. E non ha fatto muovere un passo a niente e nessuno intorno a sé. Né alla città, né alla sua gente. Occasionalmente ne ha beneficiato qualche giocatore (Dermaku, Caso, Tutino, Falcone e pochi altri). Gli addetti ai lavori lo sanno e sanno pure in quali piazze mandare a maturare i loro elementi migliori.

Viene quasi il sospetto che certe voci sui bilanci societari siano uscite ad arte. Come a mettere le mani avanti, in vista del mercato di gennaio. Quando sappiamo tutti che quattro mesi contabili non cambiano nulla, mentre invece cedere certi elementi a fine campionato garantirebbe di sicuro incassi molto maggiori. Anche in questo caso, c’è solo un modo per ripulire le acque: quello che Mutti chiama l’amore necessario. O, se proprio non c’è amore, almeno un po’ di intelligenza.

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