L’INTERVENTO | Venti di scissione a Corigliano-Rossano? Non serve tornare al passato ma lavorare insieme per costruire il futuro
Il presidente dell'associazione 25 Aprile Marco De Simone interviene nel dibattito scaturito dalla proposta di un referendum per ripristinare le due municipalità e richiama politica e istituzioni alle proprie responsabilità lanciando un appello: basta rimpalli, si discuta dei problemi coinvolgendo l'intero territorio
di Marco Palopoli*
La domanda che in molti oggi si pongono è: quale futuro si prospetta oggi per la città di Corigliano Rossano? Un interrogativo giusto a cui soprattutto la politica deve dare risposte anche se in questo caso non è l’unica in grado di darle. A questo compito sono chiamate anche le forze economiche-produttive e sociali della città, le associazioni del Terzo Settore, il mondo della cultura.
E soprattutto a discutere del futuro della città è necessario coinvolgere l’intero territorio della Piana di Sibari. Se si sceglie questa strada, a nostro avviso necessaria, per il confronto politico istituzionale sulle prospettive della terza città calabrese e la prima della provincia di Cosenza diventa irrilevante e fuorviante la discussione se ritornare o meno alla situazione antecedente delle due municipalità.
Bisogna riconoscere, ad onore del vero, a coloro che si battono per il ritorno alle due municipalità di porre un problema reale e cioè che il Comune unico, così come si è proceduti nella sua realizzazione in questi primi anni, non solo non ha prodotto al momento i risultati sperati, ma ha disatteso le speranze di tanti di coloro che si sono battuti e si battono per la sua realizzazione.
Siamo dell’avviso che le responsabilità al riguardo siano molteplici e, pur al netto delle critiche che è possibile rivolgere alla gestione amministrativa della città degli ultimi anni, esse siano da ricercare in vario ambiti, non ultimo in quello della politica regionale degli ultimi tre anni, caratterizzato da una visione miope della realtà del nostro comprensorio e da ritardi nella realizzazione di necessarie strutture da anni avviate e non completate.
Detto questo vorremmo evitare che il confronto culturale e politico si riducesse al rimpallo delle responsabilità personale e dei partiti, al giochetto “politichese” tutto interno che interessa poco la nostra comunità ed alimenta al contrario spinte municipalistiche che rischiano di riportare indietro il confronto mettendo elementi divisivi nel momento in cui, invece, c’è bisogno di una unità politica ed istituzionale di tutto il territorio.
Dicevamo delle responsabilità politiche ed istituzionali in cui dal Comune alla Regione non si è operato con la determinazione necessaria. Basta pensare alla valorizzazione delle infrastrutture esistenti (Porto e Zes); al completamento di quelle in via di realizzazione (ospedale ed elettrificazione della linea ferroviaria fino a Catanzaro); all’appalto di quelle già finanziate (depurazione delle acque); al finanziamento di quelle nuove (risanamento e riconversione del sito industriale dell’Enel, finanziamento per il collegamento tra il nuovo maxilotto già in via di realizzazione e la città di Corigliano Rossano). Oggi ci troviamo, quindi, in mezzo al guado.
Sarebbe sbagliato tornare indietro ma è altrettanto vero che se restiamo fermi e non procediamo in avanti nella giusta direzione il progetto rischia di affondare. Allora bisogna recuperare le ragioni originarie che hanno portato a questa scelta, cioè alla necessità di dare al territorio della Piana di Sibari – che non dimentichiamolo costituisce il polmone economico e produttivo dell’intera Calabria – un centro politico istituzionale direzionale per offrire servizi e infrastrutture, la rete di collegamento necessaria, per dare nuova organicità e propulsione alle politiche di sviluppo dell’intero territorio della Sibaritide.
È necessario quindi ricostruire e promuovere una forte coesione territoriale, una larga politica di alleanze, finalizzata a spingere sul Governo nazionale e su quello regionale al fine di allocare nuove risorse economiche e finanziarie. Al contempo è indispensabile che a partire dalla Giunta regionale a finire all’amministrazione comunale vengano messe in atto tutte quelle azioni necessarie per recuperare i ritardi accumulati negli anni a partire dalla realizzazione dell’ospedale della Sibaritide (struttura necessaria ad elevare gli standard qualitativi sanitari per i 200.000 abitanti della Piana in un territorio in cui sono stati mortificati i livelli minimi di assistenza), fino alla realizzazione del Piano Sanitario Territoriale (riconversione delle strutture ospedaliere di Trebisacce e Cariati), dell’Area portuale Zes, della elettrificazione della linea ferroviaria jonica.
Anche in questo caso occorre superare la logica del rimpallo delle responsabilità al fine di nascondere i propri ritardi amministrativi. La sfida che abbiamo oggi di fronte impone ai diversi attori, ad iniziare dalle forze politiche ed istituzionali di questo territorio, di dimostrare di essere capaci, sul terreno dell’amministrazione e delle progettualità, di dare risposte immediate ai problemi. Populismi di diversa natura e colore non aiutano certamente ad affrontare i nostri ritardi, anzi li favoriscono facendo perdere di vista gli obiettivi concreti.
Come associazione 25 Aprile Marco De Simone nei prossimi giorni inviteremo a discutere le altre associazioni culturali, le forze sociali ed economiche, i cittadini, su questi temi invitandoli a misurarsi con le forze politiche e con i rappresentanti istituzionali chiamati ad assumere impegni concreti per lo sviluppo del nostro territorio.
*presidente associazione 25 Aprile Marco De Simone