giovedì,Giugno 1 2023

Natale nella bufera, Occhiuto replica a Caruso: «Mi accusa per le foto? A Cosenza si chiama “coda di paglia”»

L'ex sindaco replica così al primo cittadino: «Dice di non aver soldi per allestire la città e per fare il capodanno, però poi per smantellare la piazza di via Roma li ha trovati: sarebbero bastati per due o tre anni di feste»

Natale nella bufera, Occhiuto replica a Caruso: «Mi accusa per le foto? A Cosenza si chiama “coda di paglia”»

Tra Caruso e Occhiuto infuria la tempesta. Botta, risposta e replica. Se il sindaco di Cosenza critica quella che vede come una chiara provocazione – la pubblicazione delle foto della “stagione dei cerchi” – il suo predecessore non perde l’occasione per controreplicare: «Chi è incapace scarica sempre le responsabilità dei propri insuccessi sugli altri e sul passato».

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Mario Occhiuto esordisce così in un post sui social in cui poi precisa «due cose: 1) io mai potrei intervenire contro la mia città. Credo che tutti i cittadini abbiano ancora in mente tutto quello che ho fatto (e anche quello che ho cercato di fare) per amore della città. Superando ogni problema e con rischi personali; 2) ho letto che anche il sindaco Caruso mi ha accusato solo per aver pubblicato alcune foto del passato, cosa che ho fatto senza neanche far riferimento all’attuale giunta. A Cosenza si chiama “coda di paglia”. Dice di non aver soldi per allestire la città e per fare il capodanno, però poi per smantellare la piazza di via Roma li ha trovati: sarebbero bastati per due o tre anni di feste in città. Oltretutto ho letto che adesso farà luminarie sul corso e albero, quindi i soldi c’erano o non c’erano?».

«Il dramma – aggiunge – è che qui mancano le idee, manca l’amore e la passione per la città, manca il coraggio di affrontare i problemi e di mettersi quando è necessario anche a rischio. Soldi ce ne sono come mai in passato, grazie ai programmi (Cis e Agenda Urbana) e ai cantieri in corso da noi lasciati e al Pnrr». E conclude: «Comunque io ci sono e ci sarò sempre per dare una mano alla città».

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