giovedì,Marzo 28 2024

Anpal e Ispettorato del lavoro in agitazione, i sindacati: «Basta piangere le vittime, si investa per evitare tragedie» | VIDEO

Al centro del braccio di ferro con il Governo la mancata perequazione delle indennità e la scarsa attenzione a questo presidio di sicurezza e legalità. La denuncia durante un incontro nella sede della Cgil a Cosenza: «Organici carenti e nessuna proposta pratica»

Anpal e Ispettorato del lavoro in agitazione, i sindacati: «Basta piangere le vittime, si investa per evitare tragedie» | VIDEO

I dipendenti Anpal e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro sono in agitazione dallo scorso mese di marzo e continueranno nella loro protesta, come ribadito anche a Cosenza alla luce della mancata perequazione delle indennità rispetto agli adeguamenti introdotti per altre agenzie della pubblica amministrazione ricadenti nello stesso comparto. Ma non c’è solo la carenza retributiva alla base di questo braccio di ferro intrapreso a livello nazionale con il Governo da sette sigle sindacali: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Confintesa, Unsa, Usb. Secondo le Rsu questo atteggiamento del ministero del lavoro è indice della scarsa attenzione istituzionale nei confronti di quel presidio di sicurezza e di legalità che dovrebbe al contrario, essere rafforzato, per contrastare gli abusi e le irregolarità all’interno del sistema produttivo e, soprattutto, prevenire le morti bianche.

«Non bisogna piangere le vittime sul lavoro il giorno dopo, ma bisogna porre in essere ogni strumento utile ad evitare tragedie il giorno prima – dice Graziella Secreti, rappresentante Fp nell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza – Se davvero si vogliono contrastare fenomeni come caporalato, lavoro nero, lavoro sommerso, bisogna investire sui controlli. Invece dal 2015 si va avanti con riforme a costo zero. Dalla politica arriva solo retorica ma mai una proposta pratica».

La perequazione, e quindi il mancato riconoscimento di quote retributive anche di notevole entità pari al trenta percento dello stipendio tabellare, disincentiva la partecipazione ai concorsi pubblici per rafforzare gli organici, che pure sono stati banditi. Ed anche in presenza di un numero di vincitori pari ai posti messi a concorso, si assiste ad una sequela di rinunce che non consente di riempire la pianta organica dei vari uffici.

In Calabria la situazione è drammatica: «La carenza di personale è cronica – rileva Armando Fiorito di Confintesa Fp – Non dimentichiamo che la provincia di Cosenza è tra le più vaste d’Italia con 150 comuni. Inoltre bisogna considerare le responsabilità attribuite agli ispettori del lavoro, anche assimilabili ad incarichi di polizia giudiziaria, per cui manca un adeguato corrispettivo».

Ecco le loro dichiarazioni rilasciate a margine di un breve incontro con la stampa ospitato nella sede della Cgil di Cosenza in Piazza Vittoria al quale era presente anche Saverio Pizzuti, segretario regionale di Confintesa.

Articoli correlati