Vanni Santoni a Cosenza: colpiscono i free party per rubare alla gente gli spazi pubblici | VIDEO
Lo scrittore e giornalista toscano è stato ospite del Filo di Sophia nella galleria indipendente Gaia
«Ogni volta che una libertà viene ridotta, un pericolo per la democrazia c’è». Vanni Santoni, giornalista e scrittore (il suo ultimo romanzo è “La verità su tutto”, Mondadori) è tornato a Cosenza dopo otto anni, ospite del Filo di Sophia per parlare di rave party, tema a cui ha dedicato nel 2015 il libro “Muro di casse” (Laterza). Il centro storico della città dei bruzi, si è acceso al cuore nella sede di Gaia, la galleria d’arte indipendente, alveo di un incontro molto partecipato sul tema dei rave party, moderato da Giuseppe Bornino.
Santoni, cos’è un rave? Me lo spieghi come se avessi otto anni.
«Rave è una parola che non rende l’idea, meglio parlare di free party che è un’espressione molto chiara e vuol dire festa libera, gratuita, caratterizzata dalla diffusione di musica elettronica. Tutti possono entrare, non c’è selezione all’ingresso, non ci sono barriere di classe, di sesso, di genere».
Questo, pare, basta a bollare queste feste come il nemico da abbattere. Il nuovo governo sembra pensarla così.
«Mi sembra che si cerchi un capro espiatorio facile da ferire. A partire dal party di Valentano, dell’agosto 2021, si sono viste sulla stampa tante false notizie. Molta gente ignora questo tipo di cultura e quindi è facile criminalizzare e diffondere messaggi distorti. In questo solco, l’azione governativa vuole far credere di portare avanti una politica di legge e ordine quando in realtà vuole colpire una sottocultura che esiste da tantissimi anni e ha molti più lati positivi che negativi».
Secondo lei cosa nasconde questo paventato provvedimento di cui si continua a parlare?
«Credo che si vada nella direzione di una progressiva riduzione dello spazio pubblico che non riguarda solo i rave e non riguarda solo l’estrema destra al governo. Faccio un esempio: a Firenze, dove è in carica una giunta di centrosinistra, sono sparite tutte le panchine».
Le panchine?
«Non ci si può più sedere. È stato proibito ballare o accomodarsi sui sagrati delle chiese dove la gente stava da mille anni. Quindi, in generale, è in atto un’operazione al livello nazionale, che va avanti da un decennio, in danno dello spazio pubblico e a favore di quello privato. È un discorso molto ampio che non riguarda solo la Destra».
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