venerdì,Marzo 29 2024

Divorzio di Campora, il Pd di Amantea: «La Regione protagonista in negativo della vicenda»

Il circolo "Moro-Berlinguer" dopo la pronuncia del Consiglio di Stato: «L’ordinanza conferma che i dubbi e i rilievi che abbiamo portato nell’ambito del dibattito»

Divorzio di Campora, il Pd di Amantea: «La Regione protagonista in negativo della vicenda»

«Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare del Comune di Amantea. Al netto di quella che sarà la pronuncia nel merito da parte del Tar, l’ordinanza conferma che i dubbi e i rilievi che abbiamo portato nell’ambito del dibattito sulla possibile secessione di Campora erano appropriati, a partire dai risvolti riguardanti l’assetto urbanistico e infrastrutturale». A scriverlo il direttivo ed esecutivo del Pd di Amantea, circolo “Moro-Berlinguer” in merito alla pronuncia che ha bloccato il referendum previsto nei prossimi giorni che avrebbe dovuto decretare il divorzio tra Campora San Giovanni e Amantea.

«D’altronde, a riguardo – prosegue il Pd –, l’interesse legittimo è talmente palese da rendere incomprensibile come sinora sia stato ignorato e mortificato. Viene sfatato un altro mito! Quello della delibera di consiglio di un comune che unilateralmente potrebbe “attivare” la procedura di acquisizione di una considerevole porzione di altro comune con annesse infrastrutture a patrimonio dell’ente cedente. È il Consiglio regionale il protagonista in negativo di questa vicenda, che nella seduta del 6 giugno 2022 (con gran fretta) ha approvato un provvedimento corredato da una relazione inverosimile e riportante presunte diversità etniche e vernacolari tra camporesi e amanteani già divisi dal promontorio di Coreca».

«Il 10 aprile dello scorso anno, per primi – aggiungono i militanti democrat – abbiamo parlato di legge farlocca. Ne eravamo convinti ieri e ne siamo ancora più convinti oggi. Adesso c’è da attendere la pronuncia nel merito da parte del Tar. Ma, soprattutto, c’è da rimboccarsi le maniche. Tra le tante, infatti, i consiglieri regionali (chi ha confezionato il “pacco” e chi ha votato a favore) hanno la responsabilità di aver teso una mano a chi tentava di esasperare un sentimento di separazione, puntando alla lacerazione del senso comunitario. Irresponsabili!».

«Noi riteniamo – continuano – che Amantea tutta sia in una situazione di sofferenza da troppi anni, che da taluni sia stata considerata solo preda per consensi e che le mani tese per affrontare i problemi reali siano state poche. Proponiamo di mettere a sistema questo disagio e di chiamare a responsabilità il Consiglio regionale, la Giunta e il presidente. Con questo spirito riteniamo utile sederci tutti insieme, a partire da coloro i quali hanno investito aspettative nel progetto Temesa, al necessario tavolo del dialogo e del confronto per fare massa critica e lavorare con spirito comunitario al rilancio dell’intero comprensorio».

«In tal senso, proponiamo – concludono – di chiedere insieme che gli atti necessari all’evoluzione del poliambulatorio in casa di comunità vengano predisposti con la medesima solerzia utilizzata per approvare in Consiglio regionale la proposta scissionista di Giuseppe Graziano. Ne va della dignità sanitaria e socio-assistenziale di tutto il territorio. Avanziamo insieme richieste di maggiori attenzioni in termini di investimenti per il rilancio infrastrutturale e per valorizzare storia, cultura, commercio e imprese. La forza dell’unità è più proficua di qualsivoglia divisione».

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